Un’immagine dei resti della supernova 1987A (SN 1987A) catturata dal telescopio spaziale James Webb ha colto nuovi dettagli e strutture mai viste come quella centrale, che ha una forma paragonata a quella di una serratura, e vicino a essa formazioni con forme paragaonate a mezzelune. Lo strumento NIRCam dimostra ancora di riuscire a vedere là dove altri strumenti hanno visto poco o nulla nei decenni trascorsi dall’individuazione della supernova. Lo scopo è sempre quello di capire cosa succede negli anni successivi a una supernova a ciò che rimane della stella che è esplosa e ai materiali espulsi nello spazio interstellare.
L’immagine (NASA, ESA, CSA, Mikako Matsuura (Cardiff University), Richard Arendt (NASA-GSFC, UMBC), Claes Fransson (Stockholm University), Josefin Larsson (KTH). Elaborazione: Alyssa Pagan (STScI)) mostra SN 1987A vista dallo strumento NIRCam (Near-Infrared Camera) del telescopio spaziale James Webb.
Nella notte tra il 23 e il 24 febbraio 1987 la supernova venne avvistata nella Grande Nube di Magellano, una delle galassie nane satelliti della Via Lattea. Nel corso dei decenni successivi, telescopi sempre più sofisticati sono stati puntati sui resti di quella supernova, compresi vari telescopi spaziali. I resti di quella supernova furono tra i primi obiettivi osservati nel 1990 dal telescopio spaziale Hubble, che catturò immagini dell’anello principale attorno ai resti della stella esplosa e due anelli esterni più deboli.
Dopo molti anni di monitoraggio con il telescopio spaziale Hubble ma anche Spitzer, un nuovo strumento capace di vedere ancor meglio agli infrarossi ha cominciato a osservare SN 1987A. La relativa vicinanza alla Terra l’ha resa la prima con una luminosità paragonabile alla cosiddetta supernova di Keplero vista anche a occhio nudo nel 1604.
Gli strumenti del XX e XXI secolo stanno offrendo possibilità di studio impensabili al grande Keplero e ai suoi colleghi della sua epoca nelle varie bande elettromagnetiche. Era scontato che SN 1987A sarebbe stato uno degli obiettivi di osservazione per il telescopio spaziale James Webb. I risultati sono da subito interessanti.
Il grande anello formato da materiali espulsi dalla stella progenitrice millenni prima della supernova, gli anelli esterni e le strutture luminose formate dall’onda d’urto della supernova che ha colpito l’anello erano già stati studiati nel corso dei decenni precedenti. Il telescopio spaziale James Webb ha scoperto strutture luminose analoghe anche sul lato esterno dell’anello e ciò indica che l’onda d’urto sta colpendo materiali in un’area più esterna.
Probabilmente, dopo la supernova si è formata una stella di neutroni ma è davvero difficile vederla direttamente in mezzo a tutti quei materiali. Osservazioni condotte nel tempo con il telescopio spaziale James Webb, anche con lo strmento MIRI (Mid-Infrared Instrument), si aggiungeranno alla mole di dati già esistente per scoprire altri segreti legati ai resti di SN 1987A.