Il gruppo di galassie interagenti LEDA 60847 osservato dal telescopio spaziale Hubble

LEDA 60847 (Immagine NASA/ESA/A. Barth (University of California - Irvine)/M. Koss (Eureka Scientific Inc.)/A. Robinson (Rochester Institute of Technology)/Processing: Gladys Kober (NASA/Catholic University of America))
LEDA 60847 (Immagine NASA/ESA/A. Barth (University of California – Irvine)/M. Koss (Eureka Scientific Inc.)/A. Robinson (Rochester Institute of Technology)/Processing: Gladys Kober (NASA/Catholic University of America))

Un’immagine catturata dal telescopio spaziale Hubble mostra LEDA 60847, un gruppo di galassie interagenti. La galassia più grande ha un nucleo galattico attivo con un buco nero supermassiccio circondato da materiali che vengono scaldati al punto da generare le emissioni elettromagnetiche dietro alla sua luminosità. Questa galassia sta interagendo con le sue vicine e in un tempo molto lungo formeranno un’unica galassia più grande.

Distante quasi 190 milioni di anni luce dalla Terra, LEDA 60847 è un caso comune, nel senso che molte galassie che stanno interagendo in qualche modo e spesso sono in qualche fase del processo di fusione. Le galassie massicce sono normalmente il frutto di fusioni e se una galassia è molto più massiccia dell’altra, la loro fusione può significare che quella più grande inghiotte quella più piccola. Ciò è successo anche alla Via Lattea, dove ci sono ancora tracce di quegli antichi processi.

Nel caso di LEDA 60847, il telescopio spaziale Hubble è stato usato in una combinazione di filtri che abbracciano tutte le sue possibilità di rilevazione, andando dagli ultravioletti all’infrarosso vicino con frequenze visibili in mezzo. Il telescopio spaziale James Webb è straordinario nell’astronomia infrarossa, dove può offrire prestazioni impossibili per altri strumenti ma il buon vecchio Hubble è stato costruito per osservare in diverse bande elettromagnetiche e anche per questo motivo continua a essere estremamente utile.

Le emissioni ultraviolette rivelano la presenza di stelle massicce e di culle stellari in cui sono in atto processi a volte caotici ed energetici. Le emissioni a frequenze visibili rivelano la presenza di stella con masse più vicine a quella del Sole. Gli infrarossi rivelano la presenza di stelle nane e sono tra le poche frequenze che passano attraverso le polveri permettendo di vedere all’interno di dense nubi.

Nel caso di un nucleo galattico attivo come quello della galassia più grande di LEDA 60847, uno strumento in grado di compiere osservazioni in diverse bande elettromagnetiche come il telescopio spaziale Hubble può fornire rilevazioni più ampie delle emissioni. Ciò è molto utile per studiare l’influenza del buco nero supermassiccio sulla galassia che lo ospita, ad esempio per capire l’influenza della sua attività sulla formazione stellare.

Ci vorranno ancora chissà quanti milioni di anni prima che LEDA 60847 raggiunga un nuovo equilibrio dopo la fine del processo di fusione. Gli astronomi continuano a osservare questo e molti altri gruppi di galassie in varie fasi di fusione per capire i processi in atto e le loro conseguenze.

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *