Poco fa la navicella spaziale Crew Dragon Resilience di SpaceX ha concluso la sua missione Polaris Dawn ammarando senza problemi. A bordo c’erano Jared Isaacman, Sarah Gillis, Anna Menon e Scott Poteet, i quali hanno terminato questa missione spaziale completamente privata nel Golfo del Messico. Poco dopo l’ammaraggio, la nave di SpaceX è andata a recuperare la Crew Dragon e il suo equipaggio per trasportarli fino alla costa.
Lanciata il 10 settembre, la missione Polaris Dawn ha fatto la storia inviando in orbita quattro persone che non sono astronauti professionisti e sono state sottoposte a una situazione di decompressione. Anche per questo motivo, i dati medici raccolti nel corso di questa missione saranno utili, anche se cinque giorni sono troppo pochi per avere cambiamenti fisiologici importanti come quelli che avvengono durante le missioni di vari mesi.
Come nella precedente missione privata, la Inspiration4 terminata quasi esattamente tre anni fa, un obiettivo era la raccolta fondi per l’ospedale S. Jude. Non è stato centrale quanto lo fu nel corso della missione Inspiration4, ma Jared Isaacman rimane impegnato nel supporto di quest’ospedale. Per questo motivo, durante la missione è stato organizzato una sorta di concerto in cui Sarah Gillis ha suonato con il violino nello spazio il tema di Rey dall’ultima trilogia di Guerre Stellari assieme a un’orchestra sulla Terra.
La missione Polaris Dawn verrà ricordata soprattutto per la prima passeggiata spaziale condotta in una missione spaziale privata, condotta giovedi 12 settembre da Jared Isaacman e Sarah Gillis. Quest’evento ha fatto discutere perché in realtà i due astronauti non sono usciti completamente dalla navicella spaziale Crew Dragon Resilience ma sono rimasti nello “skywalker” com’è stato chiamato il sistema che ha sostituito il normale portellone per permettere agli astronauti di uscire almeno parzialmente.
Certo, rispetto a ciò che hanno fatto tanti astronauti e cosmonauti, legati a una navicella o a una stazione spaziale solo da un cordone ombelicale, l’evento di giovedi scorso può sembrare poca cosa. Tuttavia, va detto che l’equipaggio della missione Polaris Dawn stava sperimentando nuove tute spaziali progettate proprio per le passeggiate spaziali. Nessuno degli astronauti aveva esperienza di questo tipo di attività perciò si trattava comunque di un momento pericoloso ed era necessario evitare rischi inutili.
Dato che la Crew Dragon Resilience non è dotata di un portello stagno, tutto l’equipaggio indossava quelle tute spaziali ed è stato sottoposto a decompressione. Anche i dati medici relativi a quest’evento potranno contribuire a valutare i cambiamenti fisiologici che possono avvenire nello spazio.
Un’altra missione privata è stata completata. Jared Isaacman intende continuare il programma Polaris Dawn con altre due missioni spaziali. È sempre difficile dire quanto possano essere importanti queste missioni private, anche in termini di turismo spaziale, ma certamente stanno aprendo una nuova frontiera.