Massimo Luciani

La navicella spaziale Soyuz MS-24 al decollo su un razzo Soyuz-2.1a (Immagine NASA TV)

Poche ore fa la navicella spaziale Soyuz MS-24 ha raggiunto la Stazione Spaziale Internazionale attraccando al modulo Rassvet. Era partita poco più di tre ore prima dal cosmodromo di Baikonur, in Kazakistan con a bordo tre nuovi membri dell’equipaggio. Come sta diventando sempre più comune anche nei viaggi con equipaggio, è stata utilizzata la rotta ultra-veloce che dimezza la durata del viaggio.

Oleg Kononenko e Nikolai Chub trascorreranno circa un anno sulla Stazione Spaziale Internazionale mentre Loral O’Hara vi trascorrerà circa sei mesi e tornerà sulla Terra con diversi compagni di viaggio. La Expedition 69 è quasi terminata dato che fra meno di due settimane i membri dell’equipaggio sulla Stazione da un anno torneranno sulla Terra segnando l’inizio della Expedition 70.

Un diagramma che illustra la combinazione delle capacità dei telescopi spaziali James Webb e Hubble nello studio delle cefeidi presenti nella galassia NGC 5584, rispettivamente con gli strumenti NIRCam (Near-Infrared Camera) e WFC3 (Wide Field Camera 3)

Un articolo accettato per la pubblicazione sulla rivista “The Astrophysical Journal” riporta i risultati del calcolo della velocità di espansione dell’universo basato sull’osservazione di cefeidi con il telescopio spaziale James Webb. Un team di ricercatori guidato da Adam Riess ha usato in particolare lo strumento NIRCam per osservare oltre 330 cefeidi nelle galassie NGC 4258 e NGC 5584. I risultati sono più precisi di quelli ottenuti in passato con il telescopio spaziale Hubble ma confermano l’accuratezza del precedente calcolo della velocità di espansione dell’universo. Ciò lascia aperto il problema della differenza nei risultati ottenuti con diversi metodi.

Concetto artistico dell'esopianeta K2-18 b con la sua stella sullo sfondo (Immagine NASA, CSA, ESA, J. Olmstead (STScI), N. Madhusudhan (Cambridge University))

Un articolo accettato per la pubblicazione sulla rivista “The Astrophysical Journal Letters” riporta i risultati di uno studio dell’esopianeta K2-18 b, inclusa la scoperta di composti di carbonio tra cui anche metano nella sua atmosfera. Un team di ricercatori guidato da Nikku Madhusudhan dell’Università britannica di Cambridge ha usato osservazioni condotte con gli strumenti NIRISS e NIRSpec del telescopio spaziale James Webb per sondare l’atmosfera di K2-18 b. Si tratta di un esopianeta già considerato interessante per le sue caratteristiche e la sua posizione nell’area abitabile del suo sistema planetario. Le analisi spettrali suggeriscono anche la possibile presenza di dimetil solfuro, un composto considerato un biomarcatore. Sono scoperte che si aggiungono alle precedenti riguardanti un esopianeta che ha portato a proporre la classe degli Hycean.

Il telescopio spaziale giapponese XRISM e il lander lunare SLIM decollano su un razzo H-IIA (Immagine cortesia JAXA)

Poche ore fa fa il telescopio spaziale giapponese XRISM e il lander lunare SLIM sono stati lanciati dal centro spaziale di Tanegashima su un razzo vettore H-IIA. Dopo poco più di 14 minuti XRISM si è regolarmente separato dall’ultimo stadio del razzo e dopo circa 48 minuti lo stesso è avvenuto per SLIM. XRISM raggiungerà l’orbita terrestre bassa, dove si posizionerà ad un’altitudine di circa 550 chilometri. SLIM ha iniziato un viaggio molto più lungo.

Concetto artistico del sistema di TOI-4600 (Immagine cortesia Tedi Vick)

Un articolo pubblicato sulla rivista “Astrophysical Journal Letters” riporta la scoperta di due esopianeti che orbitano attorno alla stella TOI-4600 dei quali il più esterno è quello con l’anno più lungo scoperto finora. Un team di ricercatori ha usato osservazioni condotte con il telescopio spaziale TESS della NASA per trovare le tracce di questi due esopianeti gassosi. Altri osservatori al suolo sono stati usati per confermare l’esistenza di questi due esopianeti e ottenere maggiori informazioni su di essi. TOI-4600 b ha un anno di quasi 83 giorni terrestri, un po’ più breve di quello di Mercurio, mentre TOI-4600 c ha un anno di quasi 483 giorni, il più lungo tra gli esopianeti conosciuti. Si tratta di una scoperta utile per capire come sono fatti altri sistemi planetari perché gli esopianeti vicini alle loro stelle sono molto più facili da scoprire mentre sappiamo ancora ben poco di quelli lontani dalle loro stelle.