Massimo Luciani

La navicella spaziale CST-100 Starliner Calypso al momento dell'atterraggio (Immagine NASA)

Poche ore fa la navicella spaziale CST-100 Starliner Calypso di Boeing è atterrata al White Sands Space Harbor nel New Mexico, terminando la sua missione Boe-CFT (Boeing Crbital Flight Test). A differenza delle precedenti navicelle americane, questa non compie un ammaraggio nell’oceano ma atterra sulla terraferma. È stato un viaggio di ritorno automatizzato mentre Barry Wilmore e Sunita Williams, che erano arrivati sulla Stazione Spaziale Internazionale il 6 giugno a bordo della Calypso, sono rimasti sulla Stazione.

Oggetti nella Fascia di Kuiper (Immagine creata con NightCafé)

Un articolo accettato per la pubblicazione sulla rivista “Planetary Science Journal” riporta la rilevazione di 239 candidati oggetti trans-nettuniani. Il team di ricerca per la Fascia di Kuiper della missione New Horizons della NASA ha scoperto quei candidati utilizzando il telescopio Subaru alle Hawaii. Le stime indicano che quei candidati sono posizionati a distanze che arrivano fino a 90 volte quella della Terra dal Sole. Ciò offre conferme alla teoria che la Fascia di Kuiper sia più estesa del previsto o che vi sia una seconda Fascia di Kuiper più esterna della prima.

Il satellite Sentinel-2C decolla su un razzo Vega (Foto cortesia ESA-CNES-ARIANESPACE/Optique vidéo du CSG–S. Martin)

Poche ore fa, il satellite Sentinel-2C del programma Copernicus / GMES è stato lanciato dallo spazioporto di Kourou, nella Guiana francese, su un razzo vettore Vega. Dopo circa 57 minuti, il satellite si è regolarmente separato dall’ultimo stadio del razzo e ha cominciato a inviare segnali. Alcune ore dopo ha cominciato a dispiegare i pannelli solari. Dopo un periodo di test, sostituirà il satellite Sentinel-2A, lanciato il 23 giugno 2015. Si tratta dell’ultimo lancio della versione originale del razzo Vega.

Immagine dell'indagine CEERS (Immagine NASA, ESA, CSA, Steve Finkelstein (UT Austin))

Un articolo pubblicato sulla rivista “The Astrophysical Journal” riporta i risultati di uno studio riguardante galassie primordiali che sembravano troppo massicce per la loro età concludendo che in realtà era la luce generata dall’attività dei loro buchi neri supermassicci a creare un’impressione sbagliata. Un team di ricercatori guidato da Katherine Chworowsky, studentessa all’Università del Texas a Austin (UT Austin), ha esaminato le osservazioni condotte con il telescopio spaziale James Webb all’interno dell’indagine Cosmic Evolution Early Release Science (CEERS) per giungere a queste conclusioni.

Un articolo pubblicato sulla rivista “Nature Astronomy” riporta una possibile ricostruzione del sistema della stella nana ultrafredda TRAPPIST-1 che ha portato all’attuale configurazione dei suoi sette pianeti rocciosi. Un team di ricercatori ha esaminato le loro orbite e in particolare le loro risonanze orbitali concludendo che i pianeti si sono formati in due fasi in un disco protoplanetario diviso in due parti. Inizialmente ciò ha portato alla formazione di due sottosistemi planetari e solo successivamente vi sono state migrazioni planetarie con influenze tra vari pianeti che hanno portato alla situazione attuale.