Immagine di Plutone e Caronte ingrandita per renderli più visibili (Immagine NASA/JHU APL/SwRI)

Ieri la NASA ha rilasciato le prime fotografie del pianeta nano Plutone e del suo satellite principale Caronte scattate dalla sonda spaziale New Horizons dopo il suo risveglio. La navicella era ancora a oltre duecento milioni di chilometri di distanza da Plutone ma il 4 febbraio 2015 era il 109° anniversario della nascita di Clyde Tombaugh, che nel 1930 scoprì il pianeta nano. Una piccola parte delle ceneri di Tombaugh è a bordo di New Horizons.

Concetto artistico del sistema di Kepler444 (Immagine Tiago Campante/Peter Devine)

Usando i dati rilevati dal telescopio spaziale Kepler, un gruppo di ricercatori guidati da astrosismologi dell’Università di Birmingham ha scoperto 5 pianeti che orbitano attorno alla stella Kepler-444. Si tratta di pianeti rocciosi di piccole dimensioni. Il più piccolo ha dimensioni simili a quelle di Mercurio, il più grande ha un diametro circa tre quarti di quello della Terra. Un’altra caratteristica particolare è che la stella Kepler-444 è antichissima, con un’età stimata attorno agli 11,2 miliardi di anni.

Vista di Planck dell'area osservata dall'esperimento BICEP2 (Immagine ESA/Planck Collaboration. Acknowledgment: M.-A. Miville-Deschênes, CNRS – Institut d’Astrophysique Spatiale, Université Paris-XI, Orsay, France)

Nel marzo 2014, l’annuncio che l’esperimento BICEP2 (Background Imaging of Cosmic Extragalactic Polarization) aveva rilevato onde gravitazionali nelle perturbazioni della radiazione cosmica di fondo presente nell’universo era stata sensazionale. Quest’eco dell’inflazione cosmica avvenuta subito dopo il Big Bang era una scoperta straordinaria. Purtroppo, una collaborazione tra l’esperimento BICEP2 e il team del telescopio spaziale Planck dell’ESA ha stabilito che non si trattava di onde gravitazionali ma probabilmente di emissioni causate dalla polvere galattica.

Il satellite SMAP al decollo su un razo vettore Delta II (Foto NASA/Bill Ingalls)

Il satellite SMAP (Soil Moisture Active Passive) è stato lanciato su un razzo Delta II 7320-10LC dallo Space Launch Complex 2 (SLC-2) della base di Vandenberg, in California. La navicella si è correttamente separata dall’ultimo stadio del razzo dopo quasi un’ora ed è stata immessa in un’orbita quasi polare eliosincrona che avrà un’altitudine tra i 660 e i 685 chilometri.

Concetto artistico della navicella cargo ATV-5 mentre frena la Stazione Spaziale Internazionale (Immagine ESA)

L’ATV-5 (Automated Transfer Vehicle 5) dell’ESA “Georges Lemaître” è stata utilizzata in una maniera diversa dal solito. La navicella cargo è attraccata alla Stazione Spaziale Internazionale dal 12 agosto 2014 e ieri i suoi propulsori sono stati utilizzati per abbassare la Stazione di circa un chilometro. Lo scopo è quello di permettere ad navicelle che vi arrivano di trasportare un carico maggiore.