Pianeti

La sonda spaziale MAVEN durante la fase di test al Kennedy Space Center (Foto NASA/Jim Grossmann)

La sonda spaziale MAVEN della NASA ha completato con successo la prima delle cinque manovre di immersione nelle profondità dell’atmosfera di Marte. Lo scopo era quello di raccogliere misurazioni più vicine al limite inferiore dello strato superiore dell’atmosfera del pianeta rosso. Il periapside, cioè il punto di altitudine più bassa dell’orbita, raggiunto da MAVEN è stato di 125 chilometri.

Lo scopo della sonda spaziale MAVEN (Mars Atmosphere and Volatile Evolution), che ha raggiunto l’orbita di Marte il 21 settembre 2014, è proprio quello di studiare l’atmosfera del pianeta rosso. Essa è molto più rarefatta di quella terrestre ma costituisce comunque un sistema complesso. Per comprendere le sue dinamiche e la sua evoluzione nel corso del tempo, MAVEN sta compiendo continue rilevazioni e nel corso del mese ha cominciato a immergersi nelle sue profondità.

Due viste del pianeta nano Cerere ottenute dalla sonda spaziale Dawn (Immagine NASA/JPL-Caltech/UCLA/MPS/DLR/IDA)

La sonda spaziale Dawn della NASA si sta avvicinando al pianeta nano Cerere. Il 12 febbraio 2015, quand’era a una distanza di circa 83.000 chilometri, ha scattato alcune fotografie che ci mostrano Cerere con una qualità mai vista prima, permettendoci di vedere i suoi crateri. Le fotografie scattate in precedenza avevano lasciato perplessi gli scienziati per la presenza di alcune macchie bianche ma le nuove immagini non risolvono il mistero.

Immagine di Plutone e Caronte ingrandita per renderli più visibili (Immagine NASA/JHU APL/SwRI)

Ieri la NASA ha rilasciato le prime fotografie del pianeta nano Plutone e del suo satellite principale Caronte scattate dalla sonda spaziale New Horizons dopo il suo risveglio. La navicella era ancora a oltre duecento milioni di chilometri di distanza da Plutone ma il 4 febbraio 2015 era il 109° anniversario della nascita di Clyde Tombaugh, che nel 1930 scoprì il pianeta nano. Una piccola parte delle ceneri di Tombaugh è a bordo di New Horizons.

Concetto artistico del sistema di Kepler444 (Immagine Tiago Campante/Peter Devine)

Usando i dati rilevati dal telescopio spaziale Kepler, un gruppo di ricercatori guidati da astrosismologi dell’Università di Birmingham ha scoperto 5 pianeti che orbitano attorno alla stella Kepler-444. Si tratta di pianeti rocciosi di piccole dimensioni. Il più piccolo ha dimensioni simili a quelle di Mercurio, il più grande ha un diametro circa tre quarti di quello della Terra. Un’altra caratteristica particolare è che la stella Kepler-444 è antichissima, con un’età stimata attorno agli 11,2 miliardi di anni.