July 2018

CK Vul

Un articolo pubblicato sulla rivista “Nature Astronomy” descrive la scoperta di molecole di monofluoruro di alluminio (AlF) contenenti alluminio-26, un isotopo radioattivo di quest’elemento, nello spazio interstellare. Un team di astronomi ha utilizzato i radiotelescopi ALMA e NOEMA per rintracciare le sue origini nella stella variabile CK Vulpeculae (CK Vul), il risultato della fusione tra due stelle osservata dalla Terra tra il 1670 e il 1672 e chiamata Nova Vulpecola 1670. Si tratta della prima osservazione dell’alluminio-26 che porta all’identificazione della sua origine, avvenuta in un evento molto raro.

L'eco di GRB 161219B

Un articolo pubblicato sulla rivista “Astrophysical Journal” descrive lo studio di una sorta di eco generato da un lampo gamma catalogato come GRB 161219B emesso da un buco nero neonato. Le emissioni di raggi gamma sono durate solo sette secondi ma emissioni ad altre frequenze elettromagnetiche sono durate anche per settimane e ciò ha permesso a un team di astronomi di usare il radiotelescopio ALMA per studiare quelle a lunghezze d’onda millimetriche. Esse hanno offerto altre informazioni sul lampo gamma e sulle caratteristiche dei suoi potenti getti.

Impressione artistica di Sagittarius A* ed S2

Un articolo pubblicato sulla rivista “Astronomy & Astrophysics” descrive una verifica di un fenomeno previsto dalla teoria della relatività generale di Albert Einstein. Gli scienziati della collaborazione GRAVITY hanno usato osservazioni condotte con il Very Large Telescope (VLT) dell’ESO in Cile per osservare gli effetti del moto di una stella chiamata S2 mentre passa attraverso il campo gravitazionale estremo vicino al buco nero supermassiccio al centro della Via Lattea.

Rilevazioni al polo sud di Marte

Un articolo pubblicato sulla rivista “Science” descrive la scoperta di un lago sotterraneo su Marte composto di acqua allo stato liquido. Un team di ricercatori guidato da Roberto Orosei dell’INAF e composto da ricercatori appartenenti a centri di ricerca ed università italiane (Agenzia Spaziale Italiana (ASI), Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF), Università degli studi Roma Tre, Università degli studi D’Annunzio, Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) e Sapienza Università di Roma) ha usato dati raccolti dal radar MARSIS della sonda spaziale Mars Express dell’ESA per raccogliere le prove che al polo sud a circa 1,5 chilometri di profondità l’acqua è liquida.

Aurora protonica su Marte

Un articolo pubblicato sulla rivista “Nature Astronomy” descrive la scoperta di aurore protoniche sul pianeta Marte. Gli scienziati della missione MAVEN della NASA stavano studiando l’atmosfera del pianeta rosso usando lo strumento IUVS della sonda spaziale e hanno notato uno strano bagliore negli strati più alti. L’indagine ha portato alla scoperta di questo raro tipo di aurora causato da protoni carichi di energia portati dal vento solare, un fenomeno che può avvenire su vasta scala su Marte e forse anche su Venere e Titano mentre è circoscritto sulla Terra.