Telescopi

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Il campo ultra profondo di Hubble con un riquadro in cui c'è un ingrandimento di due galassie primordiali delle quali una contiene un buco nero supermassiccio

Un articolo pubblicato sulla rivista “The Astrophysical Journal Letters” riporta i risultati di un censimento dei più giovani buchi neri supermassicci esistiti nell’universo primordiale. Un team di ricercatori ha usato osservazioni condotte con il telescopio spaziale Hubble a partire dal cosiddetto campo ultra profondo di Hubble per cercare buchi neri supermassicci primordiali con l’aggiunta di dati raccolti recentemente usando il telescopio spaziale James Webb. La conclusione è che questi oggetti sono più numerosi del previsto, una conferma del fatto che si sono formati molto rapidamente. Questo nuovo studio aiuterà a capire come.

L'ammasso della nube di Digel 2S nell'infrarosso vicino e medioDigel Cloud 2S (annotated)

Un articolo pubblicato sulla rivista “The Astronomical Journal” riporta la scoperta di aree di notevole formazione stellare nelle nubi molecolari conosciute come nubi di Digel, a oltre 58.000 anni luce dal centro della Via Lattea. Un team di ricercatori ha utilizzato il telescopio spaziale James Webb per ottenere i dettagli necessari a riconoscere protostelle, deflussi e getti di materiali e strutture nebulose. La formazione stellare è più intensa di quanto risultava da osservazioni condotte con altri strumenti ed è interessante anche perché le nubi di Digel sono povere di elementi più pesanti di idrogeno ed elio, una caratteristica che le rende simili alla Via Lattea primordiale.

Oggetti nella Fascia di Kuiper (Immagine creata con NightCafé)

Un articolo accettato per la pubblicazione sulla rivista “Planetary Science Journal” riporta la rilevazione di 239 candidati oggetti trans-nettuniani. Il team di ricerca per la Fascia di Kuiper della missione New Horizons della NASA ha scoperto quei candidati utilizzando il telescopio Subaru alle Hawaii. Le stime indicano che quei candidati sono posizionati a distanze che arrivano fino a 90 volte quella della Terra dal Sole. Ciò offre conferme alla teoria che la Fascia di Kuiper sia più estesa del previsto o che vi sia una seconda Fascia di Kuiper più esterna della prima.

Immagine dell'indagine CEERS (Immagine NASA, ESA, CSA, Steve Finkelstein (UT Austin))

Un articolo pubblicato sulla rivista “The Astrophysical Journal” riporta i risultati di uno studio riguardante galassie primordiali che sembravano troppo massicce per la loro età concludendo che in realtà era la luce generata dall’attività dei loro buchi neri supermassicci a creare un’impressione sbagliata. Un team di ricercatori guidato da Katherine Chworowsky, studentessa all’Università del Texas a Austin (UT Austin), ha esaminato le osservazioni condotte con il telescopio spaziale James Webb all’interno dell’indagine Cosmic Evolution Early Release Science (CEERS) per giungere a queste conclusioni.

Un articolo pubblicato sulla rivista “Nature Astronomy” riporta una possibile ricostruzione del sistema della stella nana ultrafredda TRAPPIST-1 che ha portato all’attuale configurazione dei suoi sette pianeti rocciosi. Un team di ricercatori ha esaminato le loro orbite e in particolare le loro risonanze orbitali concludendo che i pianeti si sono formati in due fasi in un disco protoplanetario diviso in due parti. Inizialmente ciò ha portato alla formazione di due sottosistemi planetari e solo successivamente vi sono state migrazioni planetarie con influenze tra vari pianeti che hanno portato alla situazione attuale.