Tempeste di sabbia osservate vicino alla calotta polare settentrionale di Marte

L’ESA ha pubblicato alcune immagini di tempeste di sabbia avvistate ai bordi della calotta polare settentrionale del pianeta Marte tra il 22 maggio e il 10 giugno 2019. Gli strumenti High Resolution Stereo Camera (HRSC) e Visual Monitoring Camera (VMC) della sonda spaziale Mars Express hanno permesso di osservare almeno otto diverse tempeste che si sono formate e dissipate molto rapidamente per una durata tra uno e tre giorni ciascuna durante la quale si sono spostate verso l’equatore e gli antichi vulcani Olympus Mons ed Elysium Mons. Si tratta di fenomeni locali di breve durata, poca cosa rispetto alla tempesta globale che ha coperto l’intero pianeta l’anno scorso, ma aiutano a capire i processi in atto nell’atmosfera marziana.

In questo periodo è primavera nell’emisfero settentrionale di Marte e ciò significa che le sonde spaziali in orbita attorno al pianeta osservano spesso nubi di ghiaccio d’acqua e sabbia che si solleva dalla superficie ai bordi della calotta polare che si riduce con l’aumento della temperatura sulla superficie. Ci possono essere condizioni in cui si sviluppano tempeste globali ma normalmente si tratta di piccole tempeste locali e almeno otto di questo tipo sono state osservate nelle scorse settimane.

Le tempeste locali osservati hanno una forma a spirale dovuta alla deviazione di masse d’aria causata dalla rotazione del pianeta. Si tratta di un fenomeno conosciuto come forza di Coriolis osservato anche sulla Terra, dove i cicloni hanno una forma a spirale che nell’emisfero settentrionale è in senso orario. Le tempeste su Marte sono generalmente più deboli di quelle terrestri a causa della pressione atmosferica molto inferiore, meno dell’1% sulla superficie, e alla velocità dei venti marziani inferiore alla metà di quelle tipica dei venti negli uragani terrestri.

Le immagini allungate in alto (ESA/DLR/FU Berlin, CC BY-SA 3.0 IGO) catturate dallo strumento HRSC mostrano alcune delle tempeste che coprono aree di circa 2.000 per 5.000 chilometri estendendosi dal polo nord verso l’equatore e i grandi vulcani di Olympus Mons ed Elysium Mons. Le tempeste del 22 e 26 maggio sono mostrate nelle immagini allungate ma anche nei riquadri più piccoli. Una terza è mostrata nello sviluppo che ha avuto tra il 6 e il 10 giugno. L’immagine in basso (ESA/GCP/UPV/EHU Bilbao) catturata dallo strumento VMC mostra la tempesta di sabbia in corso il 29 maggio 2019, cominciata il 28 maggio e terminata il 1 giugno.

La durata di queste tempeste di sabbia locale è limitata a non più di qualche giorno perché la sabbia che viene sollevata viene trasportata e dispersa da fenomeni di circolazione globale finendo per diventare una fine caligine nell’atmosfera inferiore, ad altitudini tra i 20 e i 40 chilometri. Alcune tracce di sabbia e nubi dalle tempeste osservate sono rimaste nelle aree dei vulcani fino alla metà di giugno.

Ci sono similitudini e differenze tra i fenomeni del tempo atmosferico marziano e terrestre e le similitudini hanno attirato l’attenzione anche di climatologi. Ci sono studi di Marte che possono essere utili per migliorare anche i modelli meteo e climatici riguardanti la Terra per capire meglio sia il meteo che i cambiamenti climatici su entrambi i pianeti.

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