La navicella spaziale CST-100 Starliner di Boeing è partita per il suo primo test Boe-OFT ma non è entrata nell’orbita corretta

La navicella spaziale CST-100 Starliner di Boeing al decollo su un razzo Atlas V (Immagine NASA TV)
La navicella spaziale CST-100 Starliner di Boeing al decollo su un razzo Atlas V (Immagine NASA TV)

Poco fa la navicella spaziale CST-100 Starliner di Boeing è partita su un razzo vettore Atlas V della ULA dalla base di Cape Canaveral nella missione Boe-OFT (Boeing Orbital Flight Test). Dopo circa quindici minuti si è separata con successo dall’ultimo stadio del razzo. Dopo poco più di mezz’ora era previta la prima di una serie di manovre per l’inserimento orbitale ma è emerso un problema che richiede che al centro controllo missione vengano valutate le possibili opzioni per inserire la CST-100 Starliner nell’orbita corretta per poter procedere con la sua missione. Boeing ha il controllo della navicella, che è in un’orbita stabile perciò non corre pericoli.

Nel settembre 2014 la NASA annunciò di aver selezionato i progetti di Boeing e SpaceX per la nuova fase di sviluppo di navicelle spaziali per il trasporto di astronauti. Il contratto chiamato Commercial Crew Transportation Capability (CCtCap) prevedeva il completamento delle navicelle con l’idea iniziale di arrivare al trasporto di astronauti nel 2017. I tempi hanno continuato ad allungarsi e a questo punto se tutto andrà bene nel corso del 2020 potrebbero cominciare i primi lanci di astronauti sulle nuove navicelle spaziali private.

Il razzo vettore Atlas V è nella versione designata con la sigla N22, che indica che non è dotato di cupola protettiva per proteggere la navicella, la quale ha un profilo che è già di suo aerodinamico, usa due booster laterali e lo stadio superiore Centaur è dotato di due motori. Si tratta del primo lancio in cui viene usata su un Atlas V questa versione del Centaur, che verrà immessa su una traiettoria suborbitale ottimizzata per il lancio di astronauti sia per quanto riguarda la comodità del viaggio esercitando una forza inferiore su di essi che la loro sicurezza in caso di interruzione d’emergenza della missione.

A bordo della navicella spaziale CST-100 Starliner c’è un manichino per certi versi simile a quelli usati per i test di sicurezza delle automobili, dotato di sensori che registreranno le sollecitazioni fisiche a cui sarà soggetto durante il viaggio di andata e quello di ritorno. Soprannominato “Rosie”, è seduto nella cabina dell’equipaggio indossando la tuta spaziale come un vero astronauta in modo che le sollecitazioni siano quelle che dovranno sopportare gli esseri umani che viaggeranno nelle missioni standard.

La navicella spaziale CST-100 Starliner è progettata per trasportare fino a sette persone ma probabilmente finirà per trasportarne tre o quattro alla volta assieme ad alcuni carichi. Nella missione Boe-OFT, circa 270 kg di rifornimenti per l’equipaggio della Stazione Spaziale Internazionale sono a bordo, dunque viene utilizzata come cargo spaziale. Nel viaggio di ritorno sarà possibile caricare campioni ed esperimenti scientifici vari da riportare sulla Terra.

Per alcuni anni, l’unica navicella spaziale in grado di riportare carichi dalla Stazione è stata la Dragon di SpaceX, recentemente anche nella versione Crew Dragon nella missione di test analoga a quella iniziata oggi da Boeing. Aggiungere altre navicelle con questa possibilità costituirà un ulteriore vantaggio nella conduzione degli esperimenti scientifici sulla Stazione.

Domani, attorno alle 14.27 italiane, era previsto che la navicella spaziale CST-100 Starliner raggiungesse la Stazione Spaziale Internazionale per attraccare direttamente all’International Docking Adapter (IDA) installato nell’agosto 2016. Il problema nell’inserimento in orbita potrà portare a modifiche nel programma.

Edit. Il consumo anomalo di propellente rende impossibile per la navicella spaziale CST-100 Starliner raggiungere la Stazione Spaziale Internazionale. NASA e Boeing stanno lavorando a un rientro che potrebbe avvenire domenica.

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