Poco fa la navicella spaziale Dragon 2 di SpaceX è attraccata al modulo Harmony della Stazione Spaziale Internazionale completando la prima parte della missione CRS-31. L’astronauta Butch Wilmore e il suo collega Nick Hague hanno monitorato l’operazione ma il cargo spaziale, partito quasi 13 ore prima, ha completato in modo automatizzato le manovre senza alcun problema.
L’avvicinamento della navicella Dragon alla Stazione Spaziale Internazionale segue una procedura ormai diventata di routine che però rimane lunga e delicata. La sicurezza della Stazione è la priorità assoluta perciò ogni piccolo passo della Dragon viene controllato. Solo se tutto va bene nella posizione e nella velocità della navicella si procede con il passo successivo e in caso di problemi può essere abortita a ogni passo. La Dragon 2 compie tutte le manovre in modo automatizzato fino all’attracco e la procedura può essere interrotta fino all’ultimo momento.
Le precedenti missioni avevano già fornito riscontri positivi per quanto riguarda la possibilità di riutilizzare la nuova versione del cargo spaziale Dragon. Nei piani iniziali di SpaceX e NASA ogni Dragon dovrebbe essere utilizzato fino a 5 volte ma il nuovo obiettivo di SpaceX è di utilizzare ogni navicella fino 15 volte. Il cargo appena arrivato è alla sua quinta missione, un record che porterà a nuove valutazioni sulle sue possibilità di riutilizzo.
Il carico della navicella spaziale Dragon 2 è di quasi 2,8 tonnellate tra la sezione pressurizzata e quella non pressurizzata. Ci sono circa 961 kg di cibo e altri rifornimenti per l’equipaggio della Stazione Spaziale Internazionale ma la maggior parte del carico è costituita da strumenti, hardware vario e altri materiali necessari a esperimenti e ricerche scientifiche condotti a bordo della Stazione.
Tra i nuovi strumenti trasportati sulla Stazione Spaziale Internazionale c’è CODEX (COronal Diagnostic EXperiment), che ha lo scopo di esaminare il vento solare per aggiungere nuovi dati a quelli raccolti da altre missioni. Lo scopo è di verificare le teorie che cercano di spiegare come il vento solare abbia una temperatura di un milione di gradi superiore a quella della superficie del Sole.
Tra gli esperimenti biologici ARTEMOSS, in cui un muschio antartico della specie Ceratodon purpureus verrà studiato nelle condizioni esistenti in orbita per studiare come certe piante riescano a tollerare l’esposizione a radiazioni e alla microgravità.
Il doppio esperimento Euro Material Ageing dell’ESA ha lo scopo di studiare come certi materiali si degradino quando vengono esposti allo spazio. Lo scopo è ottenere informazioni utili per migliorare i progetti di navicelle spaziali e ciò include i satelliti.
Nanolab Astrobeat è un’indagine sull’uso di un tipo di saldatura a freddo con lo scopo di riparare dall’interno danni subiti dallo scafo esterno di una navicella spaziale. I risultati potrebbero essere molto utili per rimediare a danni causati da micrometeoriti e detriti spaziali.
Tra i nanosatelliti a bordo del cargo spaziale Dragon c’è LignoSat, costruito in legno di magnolia seguendo una tecnica tradizionale giapponese. Rileverà le reazioni del legno alle condizioni dello spazio per verificare la possibilità di costruire satelliti con materiali che si distruggono completamente rientrando nell’atmosfera senza lasciare detriti pericolosi o comunque inquinanti.
La mssione CRS-31 terminerà tra circa un mese con il ritorno sulla Terra. La seconda versione del cargo spaziale Dragon può rimanere nello spazio molto più a lungo della prima versione ma per ora la NASA non ha allungato le sue missioni.