Confermata l’esistenza di quattro piccoli esopianeti nel sistema della stella di Barnard

Rappresentazione artistica del sistema della stella di Barnard (Immagine International Gemini Observatory/NOIRLab/NSF/AURA/P. Marenfeld)
Rappresentazione artistica del sistema della stella di Barnard (Immagine International Gemini Observatory/NOIRLab/NSF/AURA/P. Marenfeld)

Un articolo pubblicato sulla rivista “The Astrophysical Journal Letters” riporta la conferma dell’esistenza di quattro esopianeti più piccoli della Terra che orbitano attorno alla stella di Barnard. Un team di ricercatori ha combinato rilevazioni ottenute con lo strumento MAROON-X montato sul telescopio Gemini Nord alla Hawaii con altre ottenute in modo indipendente con lo strumento ESPRESSO installato sul VLT dell’ESO in Cile. Il risultato è la conferma dell’esopianeta Barnard b, la cui esistenza è stata annunciata nell’ottobre 2024, e di altre tre sub-Terre, piccoli pianeti che sono quasi certamente rocciosi.

Distante quasi sei anni luce dalla Terra, la stella di Barnard è la stella singola più vicina al Sole dato che la coppia di Alfa Centauri e la loro compagna Proxima formano un sistema triplo. Nonostante questa relativa vicinanza, il suo sistema ha un’angolazione tale per cui dalla Terra non possiamo vedere esopianeti al suo interno transitare di fronte alla stella di Barnard. Ciò ha reso difficili le loro ricerche e solo l’insieme di dati raccolti per lunghi periodi da strumenti di grande sensibilità hanno cominciato a fornire qualche ragionevole certezza usando il metodo delle velocità radiali.

MAROON-X è uno strumento progettato proprio per trovare piccoli esopianeti che orbitano attorno a nane rosse, stelle di massa decisamente inferiore a quella del Sole che costituiscono la classe più comune nell’universo. 112 rilevazioni ottenute nel corso di tre anni della stella di Barnard hanno offerto prove solide della presenza di tre esopianeti, confermando quello già scoperto e due candidati che erano stati proposti ma necessitavano ancora di conferme.

Un altro team aveva annunciato l’esistenza dell’esopianeta Barnard b nell’ottobre 2024 in un articolo pubblicato sulla rivista “Astronomy & Astrophysics” grazie a prove ottenute con lo strumento ESPRESSO. Questo nuovo studio basato sulle rilevazioni di MAROON-X ha confermato quell’esopianeta in modo indipendente.

Prove della presenza di un ulteriore esopianeta che orbita attorno alla stella di Barnard sono arrivate combinando le rilevazioni degli strumenti MAROON-X ed ESPRESSO. Si tratta della conferma dell’esistenza di un altro candidato esopianeta proposto in precedenza e ora indicato dai ricercatori come Barnard e. Con una massa che è attorno al 20% di quella della Terra, si tratta del più piccolo esopianeta scoperto con il metodo delle velocità radiali.

Tutti i pianeti confermati da questo studio sono sub-Terre dato che le stime delle loro masse vanno dal 20% al 33% di quella della Terra. La quantità di dati raccolti nel corso degli anni da due strumenti molto sensibili ha permesso di offrire anche buone stime delle loro orbite, molto vicine alla stella di Barnard. L’anno di questi pianeti ha una lunghezza compresa tra 2,3 e 6,7 giorni terrestri circa. Questa vicinanza alla loro stella era attesa dato che si tratta di una nana rossa e questa classe di stelle ha sistemi planetari davvero compatti.

I dati raccolti sul sistema della stella di Barnard portano anche a escludere che vi siano pianeti nella sua zona abitabile, dove un pianeta con un’atmosfera paragonabile a quella terrestre può ospitare acqua liquida sulla sua superficie. Ci sono molte discussioni riguardanti le possibilità che un pianeta che orbita attorno a una nana rossa possa essere abitabile per forme di vita simili a quelle terrestri perché queste stelle sono piccole ma molto attive. Esse emettono potenti brillamenti che investono un pianeta con particelle molto cariche di energia e possono perfino erodere un’atmosfera planetaria.

Le ricerche di esopianeti che orbitano attorno a nane rosse continueranno e i risultati ottenuti studiando la stella di Barnard offrono nuove speranze. Strumenti sensibili come ESPRESSO e MAROON-X hanno mostrato che è possibile trovare perfino pianeti molto più piccoli della Terra in un sistema planetario in cui era particolarmente difficile distinguere le varie tracce. È un progresso che potrà continuare con nuovi strumenti che entreranno in servizio nei prossimi anni.

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