Osservato l’accrescimento della protostella TW Hydrae

Concetto artistico di flussi di gas attratti da una protostella (Immagine cortesia A. Mark Garlick )
Concetto artistico di flussi di gas attratti da una protostella (Immagine cortesia A. Mark Garlick )

Un articolo pubblicato sulla rivista “Nature” riporta i risultati di osservazioni del giovanissimo sistema di TW Hydrae nel quale per la prima volta sono state osservate direttamente le colonne di materiali che contribuiscono alla formazione di nuove stelle. Un team di ricercatori parte della collaborazione GRAVITY che gestisce lo strumento con quel nome montato sul VLTI dell’ESO in Cile l’ha usato per ottenere i migliori dettagli di sempre nello studio di TW Hydrae. Questa stella deve ancora completare la sua formazione perciò queste osservazioni forniscono nuovi dettagli su quei processi.

Lontana circa 175 anni luce dalla Terra, la stella TW Hydrae è un po’ più piccola del Sole e ha un’età stimata in soli 10 milioni di anni circa. La distanza relativamente ridotta e l’età molto giovane la rendono un obiettivo molto interessante dal punto di vista scientifico. L’orientamento del disco protoplanetario è favorevole dato che mostra la “faccia” verso la Terra permettendo ottime osservazioni. Un articolo pubblicato sulla rivista “Astrophysical Journal Letters” nel marzo 2016 riportava le osservazioni di un protopianeta in fase di formazione nel sistema di TW Hydrae, ora un altro studio si è invece concentrato sulla stella.

Lo studio di varie protostelle sta aiutando a ricostruire i meccanismi di formazione stellare. Essi includono l’accrescimento grazie al gas che una protostella attira dal disco circumstellare che la circonda. I modelli teorici descrivono quest’accrescimento con le interazioni tra protostella e disco ma finora nessuno era mai riuscito a osservarlo nelle protostelle conosciute. Ciò perché il livello di dettagli necessario a un’osservazione di quest’interazione era finora impossibile e lo è ancora con un singolo telescopio. Tuttavia, il VLT (Very Large Telescope) dell’ESO in Cile include quattro telescopi che possono essere utilizzati in modo indipendente oppure come un unico strumento con un interferometro che, di conseguenza, è chiamato VLTI.

Lo strumento GRAVITY ha sfruttato tutta la potenza e sensibilità del VLTI per osservare la parte interna del disco circumstellare attorno a TW Hydrae a un livello di dettagli senza precedenti. Le emissioni agli infrarossi vicini hanno mostrato i flussi di gas che vengono attratti dalla protostella. Si tratta di un processo previsto dai modelli e conosciuto come accrescimento magnetosferico perché oltre alla forza di gravità c’è il campo magnetico della protostella che guida quei materiali.

I ricercatori intendono continuare a utilizzare lo strumento GRAVITY per ottenere una ricostruzione più dettagliata dei processi fisici in atto vicino alla stella TW Hydrae. Ciò aiuterà anche a capire la struttura del suo campo magnetico, una parte importante nella comprensione dei processi che stanno portando la protostella verso la sequenza principale, quella in cui trascorrerà la sua vita normale che durerà parecchi miliardi di anni.

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