Pianeti

un'immagine catturata dallo strumento IoIO il 9 novembre 2022 che mostra la nube di emissioni di sodio dall'eruzione proveniente da Io

Una violenta eruzione è stata rilevata su Io, una delle lune di Giove, da Jeff Morgenthaler usando l’Io Input/Output observatory (IoIO) del Planetary Science Institute (PSI). Lo scienziato di quest’organizzazione no profit che ha sede in Arizona sta monitorando Io fin dal 2017 osservando diverse eruzioni ma quella dell’autunno 2022 è stata la più violenta. Questo monitoraggio può essere utile anche alla missione della sonda spaziale Juno della NASA, in orbita attorno a Giove, che ha in programma per il dicembre 2023 un passaggio ravvicinato a Io in cui i suoi strumenti potranno compiere rilevazioni dei gas emessi come il sodio e lo zolfo ionizzato.

Dune di sabbia coperte di brina su Marte (Immagine NASA/JPL-Caltech/University of Arizona)

Per celebrare il solstizio d’inverno sulla Terra e l’inizio dell’inverno nell’emisfero settentrionale, la NASA ha pubblicato alcune foto catturate su Marte dalla macchina fotografica HiRISE della sua sonda spaziale Mars Reconnaissance Orbiter che mostrano come appaiono alcune aree marziane quando è inverno sul pianeta rosso. Vedere le nevicate va ancora oltre le possibilità degli strumenti disponibili ma i paesaggi ghiacciati o almeno coperti di brina mostrano alcune delle meraviglie di Marte.

Un articolo pubblicato sulla rivista “The Astrophysical Journal Letters” riporta uno studio sull’esopianeta Kepler-1658b che predice il decadimento della sua orbita finché non verrà distrutto dalla sua stella. Un team di ricercatori ha usato i dati raccolti da osservazioni condotte nel corso di vari anni, da quelle del telescopio spaziale Kepler che hanno permesso di scoprire Kepler-1658b a quelle del telescopio spaziale TESS per esaminare la sua orbita. La conclusione è che questo gigante gassoso si sta lentamente avvicinando alla sua stella e nel futuro verrà distrutto.

Una rappresentazione artistica del sistema di GJ 1002 con i suoi due pianeti

Un articolo pubblicato sulla rivista “Astronomy & Astrophysics” riporta la scoperta di due esopianeti che hanno dimensioni di poco superiori a quelle della Terra nel sistema della stella GJ 1002, distante quasi 16 anni luce dalla Terra. Un team di ricercatori ha usato una combinazione di dati raccolti dagli spettrografi ESPRESSO montato sul VLT e CARMENES presso l’osservatorio Calar Alto per studiare GJ 1002 e trovare le tracce di due esopianeti attorno ad essa. Entrambi sono all’interno della zona abitabile del loro sistema in cui potrebbero esservi condizioni simili a quelle della Terra. L’immagine in alto (Cortesia Alejandro Suárez Mascareño and Inés Bonet (IAC)) mostra una rappresentazione artistica del sistema di GJ 1002 con i suoi due pianeti.

Concetto artistico dell'esopianeta WASP-39b e della sua stella (Immagine NASA, ESA, CSA, J. Olmsted (STScI))

Cinque articoli, tre dei quali accettati per la pubblicazione sulla rivista “Nature” e due ancora in fase di peer review, riportano vari aspetti di uno studio sull’esopianeta WASP-39b. Molti ricercatori hanno partecipato in diversi modi all’esame di osservazioni condotte con il telescopio spaziale James Webb concentrate in particolare sull’atmosfera di questo pianeta caldissimo. I vari strumenti di Webb hanno permesso di rilevare una serie di sostanze nell’atmosfera di WASP-39b come monossido di carbonio, sodio e potassio. Per la prima volta anidride solforosa è stata rilevata nell’atmosfera di un esopianeta e indicano che sono in atto reazioni fotochimiche.