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la galassia NGC 1386

Un articolo pubblicato sulla rivista “Monthly Notices of the Royal Astronomical Society” riporta uno studio sulla galassia NGC 1386 che mostra come nelle sue regioni centrali siano in atto processi di formazione stellare nonostante contenga soprattutto stelle antiche. Un team di ricercatori guidato dall’astronoma Almudena Prieto dell’Instituto de Astrofísica de Canarias in Spagna ha combinato osservazioni condotte alla luce visibile e nell’infrarosso vicino con il VST dell’ESO e alle onde radio con il radiotelescopio ALMA per studiare quei processi che stanno apportando una sorta di ringiovanimento all’interno di NGC 1386.

L'ammasso stellare NGC 602 (Immagine ESA/Webb, NASA & CSA, P. Zeidler, E. Sabbi, A. Nota, M. Zamani (ESA/Webb))

Un articolo pubblicato sulla rivista “The Astrophysical Journal” riporta l’identificazione di 64 candidate nane brune nell’ammasso stellare NGC 602 nella Piccola Nube di Magellano, una delle galassie satellite della Via Lattea. Un team di ricercatori ha usato il telescopio spaziale James Webb per ottenere la sensibilità e la risoluzione necessarie a rilevare possibli oggetti a metà strada tra pianeta e stella a circa 200.000 anni luce di distanza. Saranno necessari studi mirati per verificare queste candidate, le prime nane brune che verranno verificate fuori dalla Via Lattea. NGC 602 è povera di elementi più pesanti di idrogeno ed elio, una condizione che era normale quando l’universo era giovane, un ulteriore motivo di interesse per studiare i processi all’interno dell’ammasso.

Illustrazione artistica della coppia Gliese 229 Ba e Gliese 229 Bb assieme a Gliese 229 A (Immagine cortesia K. Miller, R. Hurt (Caltech/IPAC))

Due articoli, uno pubblicato sulla rivista “Nature” e uno sulla rivista “The Astrophysical Journal Letters”, riportano i risultati di due studi indipendenti su Gliese 229 B, la prima nana bruna di cui venne confermata l’esistenza, che concludono che in realtà si tratta di una coppia di nane brune ravvicinate. Un team guidato dal ricercatore del Caltech Jerry Xuan ha usato gli strumenti GRAVITY e CRIRES+ montati sul VLT dell’ESO in Cile mentre un team guidato da Sam Whitebook, anche lui del Caltech, e Tim Brandt dello Space Telescope Science Institute di Baltimore, ha usato lo strumento NIRSPEC installato all’Osservatorio Keck alle Hawaii. C’erano già sospetti sulla natura di Gliese 229 B a causa di alcune incongruenze rilevate nelle sue caratteristiche ma solo ora è stato possibile trovare le prove.

R Aquarii (NASA, ESA, M. Stute, M. Karovska, D. de Martin & M. Zamani (ESA/Hubble))

Un’immagine catturata dal telescopio spaziale Hubble ritrae R Aquarii, un sistema binario formato da una gigante rossa e una nana bianca. Quattro diversi filtri dello strumento WFC3 (Wide Field Camera 3) sono stati usati in luce visibile sono stati usati per creare quella che è solo la più recente osservazione di R Aquarii condotta con Hubble. Ciò ha permesso di esaminare i cambiamenti avvenuti in particolare nella nebulosa che circonda la coppia.

Il sistema di R Aquarii è nel vicinato cosmico, essendo distante circa 650 anni luce dalla Terra. Per questo motivo, è stato oggetto di studio con strumenti diversi fin da quando le due stelle che compongono la coppia, le quali sono invisibili a occhio nudo, sono state scoperte. Ad esempio, è stata oggetto di un test di utilizzo di un sottosistema dello strumento SPHERE installato sul VLT dell’ESO in Cile.

Illustrazione del sistema TIC 290061484 con le sue tre stelle mostrandone la compattezza con una rappresentazione in scala dell'orbita del pianeta Mercurio nel sistema solare.

Un articolo pubblicato sulla rivista “The Astrophysical Journal” riporta la scoperta del sistema triplo catalogato come TIC 290061484, il più compatto del suo tipo individuato finora. Un team di ricercatori coordinato dal Goddard Space Flight Center della NASA ha usato osservazioni condotte con il telescopio spaziale TESS della NASA, applicato una tecnica di apprendimento automatico e coinvolto astrofili che hanno partecipato al progetto Planet Hunters in un nuovo progetto chiamato Visual Survey Group. Questo raro sistema triplo aiuterà a capire meglio i processi di formazione ed evoluzione di sistemi multipli.