Stelle

La sequenza di interazioni tra V Hydrae e la sua compagna che causa l'espulsione di bolle di plasma (Immagine NASA, ESA, and A. Feild (STScI))

Un articolo pubblicato sulla rivista “The Astrophysical Journal” descrive una ricerca sulle enormi bolle di plasma espulse dalla stella gigante rossa V Hydrae. Un team di astronomi guidato da Raghvendra Sahai del JPL della NASA ha utilizzato il telescopio spaziale Hubble per studiare questo fenomeno concludendo che quelle bolle di plasma provengono da un’altra stella, una compagna di V Hydrae che non riusciamo a vedere.

I resti di supernova DEM L241 con la binaria gamma LMC P3 nel cerchio (Immagine X-ray: NASA/CXC/SAO/F. Seward et al; Optical: NOAO/CTIO/MCELS, DSS)

Un articolo pubblicato sulla rivista “The Astrophyisical Journal” descrive la scoperta della prima binaria gamma trovata fuori dalla Via Lattea, chiamata LMC P3. Un team di ricercatori guidato da Robin Corbet del Goddard Space Flight Center della NASA ha usato il telescopio spaziale Fermi per scoprire questa coppia nella Grande Nube di Magellano formata da una stella gigante blu e da una compagna che potrebbe essere una stella di neutroni o un buco nero che interagiscono producendo emissioni cicliche di raggi gamma.

La regione rho-Ophiuchus e la stella Elias 2-27 (Immagine L. Pérez (MPIfR), B. Saxton (NRAO/AUI/NSF), ALMA (ESO/NAOJ/NRAO), NASA/JPL Caltech/WISE Team)

Un articolo pubblicato sulla rivista “Science” descrive una ricerca sulla struttura che ruota attorno alla giovanissima stella Elias 2-27. Un team guidato dall’astronoma Laura Perez dell’Istituto Max Planck per la radioastronomia a Bonn, in Germania, ha utilizzato il radiotelescopio ALMA per rilevare la struttura a forma di spirale attorno alla stella, la prima di questo tipo mai osservata.

Galassie ricche di monossido di carbonio indicate in arancione assieme a quelle già viste da Hubble in blu (Immagine B. Saxton (NRAO/AUI/NSF); ALMA (ESO/NAOJ/NRAO); NASA/ESA Hubble)

Una serie di articoli che verranno pubblicati sulle riviste “Astrophysical Journal” e “Monthly Notices of the Royal Astronomical Society” descrivono varie parti di una ricerca basata sull’osservazione del campo ultra-profondo del telescopio spaziale Hubble utilizzando il radiotelescopio ALMA. Queste osservazioni mostrano che il tasso di formazione stellare nelle galassie giovani è strettamente legato alla loro massa totale sotto forma di stelle.

I resti di supernova RCW 103 con al centro la magnetar 1E 1613 (Immagine X-ray: NASA/CXC/University of Amsterdam/N.Rea et al; Optical: DSS)

Due articoli, uno pubblicato sulla rivista “The Astrophysical Journal Letters” e uno pubblicato sulla rivista “Monthly Notices of the Royal Astronomical Society”, descrivono altrettante ricerche sui resti di supernova conosciuti come RCW103. Al centro si è formata una stella di neutroni chiamata 1E 161348-5055 (o semplicemente 1E 1613) che ha lasciato perplessi gli astronomi per decenni per i suoi comportamenti anomali. Ora due team hanno offerto in maniera indipendente la stessa spiegazione: la stella di neutroni ha caratteristiche di una magnetar.