June 2023

Il cargo spaziale Dragon lascia la Stazione Spaziale Internazionale per terminare la missione CRS-28 (Immagine NASA TV)

Poco fa la navicella spaziale Dragon di SpaceX ha concluso la sua missione CRS-28 (Cargo Resupply Service 28) per conto della NASA ammarando senza problemi al largo della costa della Florida. La Dragon aveva lasciato la Stazione Spaziale Internazionale circa 22 ore prima. Per SpaceX, era l’ottava missione del secondo contratto con la NASA per trasportare rifornimenti alla Stazione con la nuova versione del cargo Dragon.

Poco dopo l’ammaraggio, la nave di SpaceX è andata a recuperare la Dragon per trasportarla fino alla costa. I carichi riportati sulla Terra verranno consegnati alla NASA entro poche ore. La navicella spaziale Dragon aveva raggiunto la Stazione Spaziale Internazionale il 6 giugno 2023.

Schema della Terra come centro di rilevazione di onde gravitazionali a bassissima frequenza emesse da coppie di buchi neri supermassicci (in alto) usando le pulsar (in basso) (Immagine cortesia EPTA)

Una serie di articoli pubblicati o in fase di pubblicazione sulle riviste “Astronomy and Astrophysics” e “The Astrophysical Journal Letters” riporta vari aspetti della rilevazione di onde gravitazionali a bassissima frequenza. Ricercatori dello European Pulsar Timing Array (EPTA), dell’Indian Pulsar Timing Array (InPta), del Parkes Pulsar Timing Array (PPTA), del Chinese Pulsar Timing Array (CPTA) e del North American Nanohertz Observatory for Gravitational Waves (NanoGrav) hanno analizzato dati raccolti nel corso di oltre 25 anni usando gruppi di pulsar per ottenere una sorta di rilevatore di onde gravitazionali a livello galattico. Ciò è stato possibile sfruttando l’estrema regolarità dei segnali emessi dalle pulsar per rilevare variazioni inferiori al milionesimo di secondo e le loro correlazioni per individuare onde gravitazionali. Questa tecnica espande l’astronomia delle onde gravitazionali aperta dai rilevatori LIGO e Virgo dall’annuncio della prima rilevazione nel febbraio 2016.

La nebulosa Sh2-284 (Immagine ESO/VPHAS+ team. Acknowledgement: CASU)

Un’immagine catturata dallo strumento OmegaCAM montato sul VST dell’ESO in Cile mostra dettagli della nebulosa catalogata come Sh2-284. Fa parte della VST Photometric Hα Survey of the Southern Galactic Plane and Bulge (VPHAS+), un’indagine che ha incluso oltre 500 milioni di oggetti nella Via Lattea per migliorare le nostre conoscenze dei cicli vitali delle stelle. Sh2-284 è una sorta di culla stellare la cui forma è stata paragonata a quella a quella del musetto di un gatto e per questo soprannominata “gatto sorridente”.

movimento dell'esopianeta AF Lep b, identificato nella macchia bianca vicina alle frecce, in immagini catturate nel dicembre 2021 e nel febbraio 2023

Un articolo pubblicato sulla rivista “Astrophysical Journal Letters” riporta il ruolo della tecnica astronometrica nella scoperta di uno dei pianeti meno massicci finora fotografati direttamente. Un team di ricercatori ha usato il telescopio Keck II all’Osservatorio Keck alle Hawaii per fotografare l’esopianeta catalogato come AF Lep b, tra i primi scoperti usando la tecnica dell’astronometria, che di solito viene usata assieme ad altri metodi di indagine astronometrica. Ciò offre nuove prospettive nella ricerca di esopianeti.

L'area attorno a Sagittarius A* (Immagine IXPE: NASA/MSFC/F. Marin et al; Chandra: NASA/CXC/SAO; Image Processing: L.Frattare, J.Major & K.Arcand)

Un articolo pubblicato sulla rivista “Nature” riporta le prove che circa 200 anni fa Sagittarius A*, o semplicemente Sgr A*, il buco nero supermassiccio al centro della Via Lattea, abbia avuto un periodo di intensa attività durante il quale ha inghiottito notevoli quantità di gas e polveri. Un team di ricercatori guidato da Frédéric Marin dell’Osservatorio astronomico di Strasburgo ha usato soprattutto dati raccolti dal telescopio spaziale IXPE per esaminare la polarizzazione della luce nei raggi X emessa da grandi nubi molecolari luminose vicine a Sgr A*. La conclusione è che la loro luminosità fuori dal normale doveva essere dovuta al fatto che si tratta di emissioni riflesse prodotte da una sorta di eruzione potente e di breve durata del buco nero supermassiccio avvenuta circa 200 anni fa.