Asteroidi

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La capsua con i campioni dell'asteroide Bennu (Immagine NASA TV)

Poco fa i campioni prelevati sull’asteroide Bennu riportati sulla Terra dalla sonda spaziale OSIRIS-REx della NASA sono stati raccolti dal personale dell’agenzia spaziale americana nell’area del loro atterraggio, allo Utah Test and Training Range. Verranno trasportati al Johnson Space Center, la prima tappa di una serie di operazioni necessarie a processarli evitando la loro contaminazione. In questo studio, la NASA collabora con l’agenzia spaziale giapponese JAXA, che riceverà alcuni dei campioni per un confronto con quelli raccolti dalla propria sonda spaziale Hayabusa 2 sull’asteroide Ryugu e riportati sulla Terra nel dicembre 2020.

Ryugu, la sonda spaziale Hayabusa 2 e le molecole di uracile e vitamina B3

Un articolo pubblicato sulla rivista “Nature Communications” riporta la scoperta di uracile, una delle basi dell’RNA, e niacina, cioè vitamina B3, nei campioni dell’asteroide Ryugu riportati sulla Terra dalla sonda spaziale giapponese Hayabusa 2. Un team di ricercatori guidato da Yasuhiro Oba dell’Università giapponese di Hokkaido ha sviluppato una tecnica analitica per identificare composti in concentrazioni comprese tra le parti per miliardo e le parti per migliaio di miliardi per analizzare poco più di 5 grammi di campioni.

La curva di luce dell'occultazione della stella sullo sfondo causata dal passaggio dell'asteroide Chariklo catturata dallo strumento Near-infrared Camera (NIRCam) del telescopio spaziale James Webb

Un’occultazione stellare avvenuta il 18 ottobre 2022 ha permesso di studiare l’asteroide Chariklo osservando anche i suoi anelli, una caratteristica davvero peculiare per un oggetto così piccolo. Un team di ricercatori ha usato il telescopio spaziale James Webb per riuscire a sfruttare il passaggio di Chariklo di fronte a una stella dal punto di vista di Webb. Gli strumenti NIRCam e NIRSpec hanno permesso ottenere immagini e caratteristiche spettrografiche di Chariklo. Lo strumento NIRISS ha avuto nei giorni scorsi un problema software che ha bloccato la trasmissione dei dati raccolti ma non risultano guasti perciò è possibile che i dati vengano recuperati più avanti per completare uno studio approfondito di quest’asteroide.

L'asteroide Dimorphos e i materiali espulsi visti da LICIACube (Immagine ASI/NASA/APL)

In una conferenza stampa, la NASA ha confermato il successo della missione DART dopo aver accertato che l’orbita dell’asteroide Dimorphos è stata modificata dall’impatto della sonda spaziale. Secondo i calcoli, ora Dimorphos orbita attorno all’asteroide Didymos in 11 ore e 23 minuti mentre prima dell’impatto impiegava 11 ore e 55 minuti per ogni orbita. Il margine di errore è di circa 2 minuti e ciò indica che il successo è di gran lunga superiore a quello minimo previsto. Il monitoraggio continuerà, soprattutto da parte della mini-sonda LICIACube, per ottenere dati più precisi, anche sui materiali espulsi dopo l’impatto, le cui caratteristiche aiuteranno a capire la composizione di Dimorphos.

L'asteroide Dimorphos pochi secondi prima dell'impatto (Immagine NASA TV)

Era notte in Italia quando la navicella spaziale DART della NASA si è schiantata su Dimorphos, un piccolo asteroide satellite di Didymos, un asteroide più grande. Questi due asteroidi sono visibili dalla Terra usando strumenti sufficientemente potenti, i quali verranno utilizzati per monitorare l’orbita di Dimorphos e quanto sia stata modificata dall’impatto. Nelle vicinanze c’è LICIACube, una minisonda di classe CubeSat dotata di due macchine fotografiche che forniranno osservazioni molto migliori di qualsiasi telescopio sulla Terra.