Pianeti

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Concetto artistico del sistema di Kepler-385 (Immagine NASA/Daniel Rutter)

Un articolo in pubblicazione sulla rivista “The Journal of Planetary Science” riporta aggiornamenti al catalogo dei candidati esopianeti scoperti con il telescopio spaziale Kepler della NASA che offre conferme della presenza di sette pianeti nel sistema della stella Kepler-385. Questo risultato è stato ottenuto applicando metodi di esame decisamente perfezionati rispetto al passato ottenendo nuovi risultati da vecchie osservazioni. Ciò include questo sistema tra i pochissimi con oltre sei pianeti verificati o almeno candidati e ciò lo rende particolarmente interessante. Tuttavia, tutti questi pianeti sono più vicini alla loro stella del confine interno dell’area abitabile di quel sistema e ricevono una notevole quantità di energia da essa. La conseguenza è che nessuno di essi può essere simile alla Terra.

Giove in un'osservazione con lo strumento NIRCam e nei riquadri alcuni progressivi ingrandimenti che mostrano vari wind shear ad altitudini tra 20 e 35 chilometri sopra nel nubi gioviane

Un articolo pubblicato sulla rivista “Nature Astronomy” riporta la scoperta di una corrente a getto equatoriale che viaggia a oltre 500 km/h negli strati inferiori della stratosfera del pianeta Giove estendendosi per quasi 5.000 chilometri. Un team di ricercatori ha analizzato dati raccolti dallo strumento NIRCam (Near-Infrared Camera) del telescopio spaziale James Webb durante osservazioni condotte nel luglio 2022 per ottenere dettagli dei venti che includono cosiddetti wind shear (gradienti del vento), variazioni molto rapide di intensità e direzione con l’altitudine o la distanza. Dati raccolti con il telescopio spaziale Hubble hanno fornito altre informazioni sull’atmosfera dell’equatore di Giove e altri fenomeni in quell’area utili a determinare le caratteristiche della corrente a getto.

Spettroscopia di trasmissione dell'esopianeta WASP-17 b

Un articolo pubblicato sulla rivista “The Astrophysical Journal Letters” riporta uno studio dell’esopianeta WASP-17 b che include la rilevazione di quarzo nell’atmosfera di questo gioviano caldo. Un team di ricercatori ha usato il telescopio spaziale James Webb per rilevare i sottili effetti dei cristalli di quarzo, nanoparticelle disperse nell’atmosfera caldissima di WASP-17 b, che ha ricevuto il nome ufficiale Ditsö̀ all’inizio del 2020.

Concetto artistico di mondo di lava (Immagine NASA/JPL-Caltech)

Un articolo pubblicato sulla rivista “The Astrophysical Journal” riporta uno studio sui cosiddetti mondi di lava, esopianeti rocciosi talmente vicini alle loro stelle che almeno parte della loro superficie è costituita da roccia fusa. Un team di ricercatori coordinato dalla Ohio State University ha condotto simulazioni al computer con il software libero / open source ExoPlex per cercare di capire l’evoluzione di questi pianeti davvero esotici concludendo che in certi casi è possibile che nel loro mantello rimangano intrappolate quantità significative di sostanze chimiche necessarie alla vita. Rimane a dir poco improbabile che in quelle condizioni possano svilupparsi forme di vita ma se un pianeta di quel tipo dovesse raffreddarsi la situazione cambierebbe notevolmente. In ogni caso, è importante capirne l’evoluzione perché potrebbero esserci molti mondi di lava che offrono la possibilità di studiare un mantello planetario fuso.

Concetto artistico di nana rossa in una fase di brillamenti (Immagine NASA, ESA, and D. Player (STScI))

Un articolo accettato per la pubblicazione sulla rivista “The Astrophysical Journal” riporta i risultati di osservazioni spettroscopiche dell’attività della stella TRAPPIST-1 condotte con il telescopio spaziale James Webb. Un team di ricercatori ha osservato quattro brillamenti di questa nana ultra-fredda, avvenute nel corso di circa 27 ore. Aggiungendo dati ottenuti con altri strumenti è stato possibile sviluppare un metodo matematico per separare la luce di quei brillamenti dalla normale radiazione stellare. Nello studio di una stella molto piccola ma anche attiva, ciò è molto utile per migliorare la qualità delle osservazioni dei sette pianeti rocciosi del sistema di TRAPPIST-1.