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Uno spaccato dell'interno di Marte sotto il lander InSight della NASA con lo strato superiore della crosta secco e la crosta media saturata d'acqua

Un articolo pubblicato sulla rivista “Proceedings of the National Academy of Sciences (PNAS)” riporta i risultati di un’analisi dei dati sismici rilevati sul pianeta Marte dal lander InSight della NASA che conclude che la crosta media marziana potrebbe essere piena d’acqua liquida che satura uno strato di roccia ignea. Vashan Wright e Matthias Morzfeld della Scripps Institution of Oceanography e Michael Manga dell’Università di Berkeley hanno utilizzato modelli simili a quelli impiegati per mappare faglie acquifere e pozzi di petrolio per cercare di capire la composizione di strati profondi del sottosuolo marziano.

La miglior spiegazione ai dati raccolti dalla missione InSight è che tra 11,5 e 20 chilometri di profondità vi sia uno strato di roccia ignea saturata da acqua liquida. La profondità rende impossibile arrivarci ma se tutta la crosta media marziana fosse fatta così, ci sarebbe una quantità di acqua tale che sulla superficie formerebbe un oceano profondo tra uno e due chilometri.

La roccia Cheyava Falls trovata su Marte (Immagine NASA/JPL-Caltech/MSSS)

Il Mars Rover Perseverance della NASA ha scoperto una roccia che contiene firme chimiche e strutture che potrebbero essere state generate da antiche forme di vita marziane. La roccia soprannominata Cheyava Falls è stata trovata nella Neretva Vallis nel corso del viaggio di Perseverance nel cratere Jezero su Marte ed è stata esaminata con lo strumento SHERLOC (Scanning Habitable Environments with Raman & Luminescence for Organics & Chemicals). La roccia contiene composti organici tuttavia al momento non è possibile escludere che si siano formati tramite processi non biologici. Lo strumento PIXL (Planetary Instrument for X-ray Lithochemistry) ha rilevato ferro e fosfati in aloni neri presenti sulla roccia.

Le rocce che includono i cristalli gialli di zolfo puro nella Gediz Vallis su Marte (Immagine NASA/JPL-Caltech/MSSS)

Il Mars Rover Curiosity della NASA ha trovato una roccia marziana contenente cristalli di zolfo elementare, che significa che si tratta di zolfo puro. In passato nella stessa area, quella del canale della Gediz Vallis, aveva rilevato la presenza di zolfo in vari composti ma è la prima volta che viene rilevato in forma pura. Si tratta di un’anomalia al punto che la sua scoperta è stata paragonata a quella di un’oasi nel deserto. Un campo con pietre fatte di puro zolfo non dovrebbe esistere su Marte e gli scienziati che seguono l’esplorazione del Monte Sharp, al centro del Cratere Gale, da parte di Curiosity avranno altro lavoro per spiegarne la formazione.

Animazione del lander e del modulo di risalita della missione Chang'e-6 (Immagine cortesia Xinhua/Jin Liwang)

Era la prima mattina in Cina quando il lander e il modulo di risalita della missione cinese Chang’e-6 hanno completato con successo le loro manovre di allunaggio nell’area del bacino Polo Sud-Aitken. I vari moduli che compongono Chang’e-6 erano stati lanciati il 3 maggio e avevano raggiunto l’orbita lunare nei giorni scorsi. A quel punto era cominciata una serie di manovre per rendere l’orbita circolare, i moduli che dovevano allunare si sono separati e tutto è andato bene. In quell’area, le comunicazioni dirette con la Terra sono impossibili perciò i contatti sono stati mantenuti usando il satellite Queqiao-2 come ponte radio.

I veicoli della missione Chang'e 6 al decollo (Foto cortesia Xinhua/Guo Cheng)

Poche ore fa è stata lanciata con successo la missione Chang’e 6. Un razzo vettore Long March 5 è decollato dal centro spaziale di Wenchang e dopo circa 36 minuti un orbiter e un lander si sono separati dall’ultimo stadio del razzo per cominciare il loro viaggio verso la Luna. Lo scopo è di prelevare campioni del suolo lunare sulla faccia nascosta della Luna da riportare sulla Terra.

La missione Chang’e 6 è una sorta di evoluzione della precedente Chang’e 5, lanciata il 23 novembre 2020, la quale ha riportato campioni lunari sulla Terra il 16 dicembre 2020. La differenza fondamentale è che questa nuova missione prevede l’allunaggio di un lander nell’area del bacino Polo Sud-Aitken, sulla faccia nascosta della Luna. La scelta è dovuta al fatto che ci sono differenze geologiche tra le due facce della Luna.