December 2016

Rappresentazione artistica di una pulsar al millisecondo che deforma una compagna (Immagine NASA)

Un articolo pubblicato sulla rivista “The Astrophysical Journal” descrive uno studio su un sistema binario composto da una pulsar al millisecondo conosciuta come PSR J1723-2837 e una piccola stella comune. L’astrofisico John Antoniadis dell’Università di Toronto e l’astrofilo André van Staden hanno scoperto per la prima volta macchie stellari e un potente campo magnetico nella compagna di una pulsar al millisecondo. Si tratta di una ricerca che può aiutare a capire meglio i comportamenti di questo tipo di pulsar.

Il cargo spaziale HTV-6 al decollo su un razzo H-IIB (Immagine NASA TV / JAXA)

Poco fa la navicella spaziale HTV-6 è partita su un razzo vettore H-IIB dal centro spaziale di Tanegashima in Giappone per una missione di rifornimento per la Stazione Spaziale Internazionale. Circa quindici minuti dopo il lancio, il cargo spaziale si è separato regolarmente dall’ultimo stadio del razzo, è entrato nell’orbita preliminare e ha dispiegato i pannelli solari e le antenne di navigazione.

Il disco di polvere nel sistema di HD 142527 (Immagine ALMA (ESO/NAOJ/NRAO), Kataoka et al.)

Un articolo pubblicato sulla rivista “The Astrophysical Journal Letters” descrive una nuova ricerca sul giovane sistema HD 142527. Il radiotelescopio ALMA era già stato utilizzato in passato per studiare il disco protoplanetario attorno alla stella ma stavolta un team internazionale di astronomi guidato da Akimasa Kataoka ha misurato con precisione la dimensione delle particelle di polveri che lo formano.

Adamas Labyrinthus

L’ESA ha pubblicato una fotografia di una sorta di labirinto che fa parte di una regione chiamata Adamas Labyrinthus su Marte scattata dalla sonda spaziale Mars Express. Questa regione è a sua volta parte di Utopia Planitia, un enorme bacino da impatto con un diametro stimato attorno ai 3.300 chilometri. Le fratture di Adamas Labyrinthus creano un sistema di forme poligonali che potrebbe aver avuto origine da sedimenti a grana fine che anticamente erano sul fondo di un oceano.

Vista topografica di Plutone (Immagine P.M. Schenk LPI/JHUAPL/SwRI/NASA)

L’ipotesi dell’esistenza di un oceano sotterraneo sul pianeta nano Plutone è stata riportata in auge da alcune ricerche basate sui dati raccolti dalla sonda spaziale New Horizons della NASA durante il volo ravvicinato del 14 luglio 2015. Generalmente l’ipotesi riguarda un oceano d’acqua ma William McKinnon, professore di scienze planetarie e della Terra alla Washington University di St. Louis e tra gli autori di diverse ricerche su Plutone, ha suggerito che l’oceano contenga molta ammoniaca.