Un articolo pubblicato sulla rivista “Nature” descrive la scoperta di una super-Terra chiamata LHS 1140b. Un team guidato da Jason Dittmann dell’Harvard-Smithsonian Center for Astrophysics (CfA) ha usato lo strumento HARPS installato sul telescopio di 3,6 metri dell’ESO a La Silla, in Cile, per studiare quell’esopianeta dopo averlo identificato con il telescopio MEarth-South situato ac Cerro Tololo Inter-American Observatory. La sua posizione nella zona abitabile del suo sistema solare lo rende particolarmente interessante.

Il pianeta LHS 1140b orbita attorno a una nana rossa distante circa 40 anni luce dalla Terra. La sua distanza dalla sua stella è un decimo rispetto a quella della Terra dal Sole per un anno della durata di circa 25 giorni terrestri. Nonostante la distanza ridotta, LHS 1140b riceve dalla stella circa metà della luce che la Terra riceve dal Sole perché le nane rosse sono stelle piccole, in questo caso un quinto del Sole, e quindi fioche.

Gli astronomi hanno scoperto il pianeta LHS 1140b usando il metodo del transito, cioè misurando la variazione della luce quando esso passa tra la sua stella e la Terra. Il telescopio MEarth-South, assieme al MEarth-North situato negli USA, sono parte di un progetto che mira specificamente a osservare le nane rosse alla ricerca di esopianeti usando il metodo del transito. Lo strumento HARPS (High Accuracy Radial velocity Planet Searcher) ha permesso di ottenere ulteriori dati sul pianeta.

Almeno per il momento non risultano altri pianeti orbitanti attorno alla stella LHS 1140 ma in questi casi non ci sono certezze e in più occasioni ulteriori studi di un sistema solare hanno rivelato che vi sono più pianeti di quanti erano stati individuati inizialmente. Il pianeta LHS 1140b è comunque più che sufficiente a rendere quel sistema interessante perché mettendo assieme i vari dati raccolti tramite le osservazioni effettuate con i vari strumenti i risultati sono promettenti riguardo alle sue caratteristiche.

Jason Dittman ha dichiarato che LHS 1140b è l’esopianeta più eccitante che lui abbia visto nell’ultimo decennio. Ciò perché le caratteristiche scoperte potrebbero renderlo addirittura il più promettente nella ricerca di segni di vita oltre il sistema solare. Si tratta di una super-Terra, un pianeta roccioso con un diametro di quasi 18.000 chilometri, circa 1,4 volte quello della Terra. La sua massa però è molto superiore, circa 6,6 volte quella della Terra, perciò dev’essere molto più denso, probabilmente con un nucleo di ferro denso.

Anche la situazione della stella LHS 1140 è favorevole perché la sua rotazione è più lenta ed emette meno radiazioni ad alta energia rispetto a stelle simili. La sua età è simile a quella del Sole e le nane rosse tendono a essere molto attive quando sono giovani. Un pianeta massiccio come LHS 1140b potrebbe aver subito meno danni dalle forti emissioni ultraviolette ricevute quand’era giovane e se davvero ha un nucleo di ferro potrebbe avere anche un campo magnetico a fargli da scudo.

Recentemente il sistema TRAPPIST-1 è stato oggetto di varie speculazioni ma la sua stella potrebbe essere ancora attiva martellando i suoi pianeti, una cattiva notizia pensando alle speranze che su almeno uno di essi vi siano le condizioni per ospitare forme di vita. Da questo punto di vista, oggi la situazione sul pianeta LHS 1140b potrebbe essere decisamente migliore ma ne sappiamo ancora troppo poco.

Un elemento fondamentale per capire se il pianeta LHS 1140b sia davvero promettente nella ricerca di forme di vita simili alla nostra è la sua atmosfera. La possibilità di vederlo transitare di fronte alla sua stella una volta ogni 25 giorni è ottima perché l’atmosfera di un pianeta filtra la luce proveniente dalla sua stella. Analizzando il modo in cui viene filtrata è possibile capire innanzitutto se il pianeta abbia un’atmosfera e in caso positivo farsi almeno qualche idea sulla sua composizione.

LHS 1140b si aggiunge alla già lunga lista degli obiettivi delle osservazioni da condurre con il telescopio spaziale James Webb, il cui lancio è previsto per il 2018. Tuttavia, è già possibile studiare la possibile atmosfera di quest’esopianeta con strumenti esistenti: ad esempio, è previsto uno studio usando il telescopio spaziale Hubble.