La NASA ha comunicato di aver scelto Ultima Thule come nomignolo per 2014 MU69, l’oggetto della fascia di Kuiper che rappresenta il prossimo obiettivo per la sua sonda spaziale New Horizons. Nei mesi scorsi, il team della missione ha chiesto suggerimenti su Internet e poi ha aperto una votazione permettendo di selezionare il preferito fra i nomignoli selezionati tra le migliaia proposte. Il risultato non è un nome ufficiale, che dev’essere ratificato dalla International Astronomical Union (IAU), perchè non è chiaro se Ultima Thule sia un oggetto unico.

La sonda spaziale New Horizons sta compiendo il suo viaggio che la porterà a un passaggio ravvicinato all’oggetto che ora è stato soprannominato Ultima Thule. Quell’evento è previsto per il Capodanno del 2019 e permetterà di osservare da vicino un cosiddetto oggetto della Fascia di Kuiper (in inglese Kuiper Belt Objects, KBO). Sarà il corpo celeste più lontano mai raggiunto da una sonda spaziale ed è talmente piccolo e lontano che è stato scoperto solo nel 2014 grazie a una ricerca fatta con il telescopio spaziale Hubble proprio per trovare un obiettivo per la seconda missione di New Horizons.

La designazione 2014 MU69 non è adatta a un evento come quello atteso per il prossimo Capodanno perciò la NASA ha deciso di dare a questo corpo celeste almeno un soprannome in attesa di una decisione ufficiale della IAU. Il lavoro di scelta è cominciato l’anno scorso, quando una campagna per ottenere suggerimenti ha raccolto ben 34.000 proposte con una successiva votazione. Tra i nomi più votati la NASA ha deciso di selezionare Ultima Thule come nomignolo.

Nella mitologia nordica Ultima Thule il nome della terra ai confini settentrionali del mondo. A molti votanti e ai giudici della NASA un nomignolo del genere è sembrato perfetto per una missione che sta viaggiando verso una frontiera molto lontana e molto fredda. Le regioni artiche sono davvero vicine e calde rispetto a quel lontanissimo oggetto nella Fascia di Kuiper!

Un nome ufficiale per Ultima Thule verrà deciso solo qualche tempo dopo il passaggio ravvicinato, quando la sonda New Horizons avrà inviato una quantità sufficiente di fotografie per determinarne la natura. Le osservazioni condotte l’anno scorso hanno infatti rilevato una strana forma che suggerisce che in realtà si tratti di due oggetti distinti, forse vicini e forse perfino a contatto.

Osservazioni effettuate con il telescopio spaziale Hubble e il telescopio volante SOFIA suggeriscono perfino la possibilità che vicino a Ultima Thule vi siano oggetti minori, sassi spaziali satelliti del corpo o dei corpi principali. Solo dopo aver risolto quel mistero sarà possibile dare un nome ufficiale a ognuno dei corpi celesti che formano Ultima Thule.