La forma a farfalla della galassia NGC 6240 nel corso di una fusione

La galassia NGC 6240 (Immagine NASA, ESA, the Hubble Heritage (STScI/AURA)-ESA/Hubble Collaboration, and A. Evans (University of Virginia, Charlottesville/NRAO/Stony Brook University))
La galassia NGC 6240 (Immagine NASA, ESA, the Hubble Heritage (STScI/AURA)-ESA/Hubble Collaboration, and A. Evans (University of Virginia, Charlottesville/NRAO/Stony Brook University))

Un articolo pubblicato sulla rivista “Nature” descrive una ricerca sulle formazioni simili alle ali di una farfalla nella galassia NGC 6240. Un team di ricercatori dell’Università del Colorado a Boulder ha combinato osservazioni effettuate con il telescopio spaziale Hubble, il VLT in Cile e l’Apache Point Observatory in New Mexico per studiare quella galassia concludendo che quelle formazioni particolari sono generate da diverse forze, in un caso da una coppia di buchi neri supermassicci.

Gli studi delle galassie hanno permesso di appurare che è normale che abbiano un buco nero supermassiccio al loro centro. Tuttavia, quando due galassie si fondono, per un certo periodo possono avere al loro interno due buchi neri supermassicci che pian piano si avvicinano fino a cominciare a orbitare l’uno attorno all’altro in maniera sempre più stretta, un processo che si conclude con la loro fusione.

Distante circa 400 milioni di anni luce dalla Terra, la galassia NGC 6240 è un caso di fusione galattica ancora in corso. Quando le stelle e i buchi neri di due galassie esercitano la loro attrazione gravitazionale tra di loro la forma della galassia risultante cambia per molti milioni di anni, finché il processo non termina con un nuovo equilibrio. Se si tratta di galassie comuni, i due buchi neri supermassicci possono avere forti influenze sul risultato e il caso di NGC 6240 è davvero particolare.

Il team guidato da Francisco Müller-Sánchez ha usato osservazioni effettuate con il telescopio spaziale Hubble, il Very Large Telescope (VLT) in Cile e l’Apache Point Observatory in New Mexico per studiare la situazione in quella fusione galattica. La loro conclusione è che ci sono due forze all’opera: venti stellari emessi dalle stelle attraverso vari processi e le emissioni della coppia di buchi neri supermassicci che noi vediamo mentre stanno orbitando l’uno attorno all’altro.

Continuando con l’immagine della farfalla, l’ala a nord-ovest di NGC 6240 è generata dai venti stellari mentre quella a nord-est è generata da un cono di gas espulso dalla coppia di buchi neri supermassicci. Queste emissioni si estendono per circa 30.000 anni luce e i ricercatori stimano che ogni anno le forze all’opera generino emissioni di gas per circa cento masse solari.

Quei deflussi possono avere conseguenze importanti sulla galassia. Una fusione galattica innesca la nascita di nuove stelle perché le nubi di gas all’interno delle galassie originali vengono compresse e in varie regioni si formano concentrazioni sufficienti a generare nuovi sistemi stellari. Tuttavia, i deflussi notati in NGC 6240 spingono via molto gas e ciò rallenta quel fenomeno di formazione stellare.

Il processo di fusione galattica in atto continuerà ancora per milioni di anni dal nostro punto di vista e anche la fusione tra i due buchi neri supermassicci avverrà solo tra milioni di anni. Gli oggetti all’interno di NGC 6240 stanno attraversando distanze di molti anni luce perciò gli astronomi potranno continuare a seguire l’evoluzione di quei processi per moltissimo tempo.

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