Un articolo pubblicato sulla rivista “Nature Astronomy” descrive una ricerca sulle migrazioni dei pianeti gassosi del sistema solare. Un team di scienziati ha studiato due asteroidi chiamati Patroclus e Menoetius che sono fuori dal normale dato che formano una coppia di troiani di Giove, il che significa che orbitano in un punto di equilibrio del sistema Sole-Giove. La loro conclusione è che la loro esistenza costituisce una prova degli spostamenti delle orbite dei pianeti gassosi.
L’asteroide 617 Patroclus è stato scoperto nel 1906 ma solo nel 2001 venne scoperto Menoetius, con cui forma la prima coppia di binari scoperta tra i troiani di Giove. Nel corso degli anni sono state effettuate varie misurazioni dei due asteroidi, che inevitabilmente sono approssimative per motivi legati agli strumenti usati ma anche alla loro forma irregolare. Le dimensioni di Patroclus sono più o meno di 127 km x 117 km x 98 km mentre quelle di Menoetius sono di circa 117 km x 108 km x 90 km.
Nelle vicinanze della coppia Patroclus-Menoetius ci sono altri asteroidi troiani che seguono Giove nel punto di equilibrio chiamato L5 mentre un altro gruppo di troiani precede Giove nel punto di equilibrio chiamato L4. Questi asteroidi sono stati catturati durante un periodo in cui le orbite dei pianeti non erano ancora stabili ed erano influenzate dalla forza di gravità dei vicini.
Le migrazioni dei pianeti costituiscono un argomento di studio che per anni ha riguardato il sistema solare ma recentemente la continua scoperta di esopianeti in altri sistemi solari sta espandendo questi studi. In particolare, vengono presi in considerazione i gioviani caldi, pianeti gassosi molto vicini alle loro stelle che, secondo i modelli attuali, si sono formati molto più lontano per poi avvicinarsi. Nel caso dei pianeti del sistema solare, c’è il vantaggio di avere molte più informazioni su di essi e anche quello di conoscere una quantità di asteroidi che potrebbero essere stati coinvolti in passate interazioni gravitazionali.
Secondo il dottor David Nesvorny del Southwest Research Institute (SwRI), che ha guidato questa ricerca, quelle interazioni spinsero Nettuno verso l’esterno del sistema solare, dove incontrò una vasta popolazione di piccoli corpi celesti primordiali che probabilmente oggi costituiscono la fascia di Kuiper. Parecchi asteroidi vennero spinti verso l’interno e alcuni di essi vennero catturati tra Giove e il Sole diventando gli odierni troiani come la coppia Patroclus-Menoetius.
Il dottor William Bottke, anch’egli del SwRI e un altro autore della ricerca, ha spiegato che le osservazioni della fascia di Kuiper indicano che anticamente gli asteroidi binari erano comuni. Oggi solo alcuni di essi esistono all’interno dell’orbita di Nettuno ponendo il problema dell’interpretazione della loro sopravvivenza. Alcuni modelli dell’evoluzione del sistema solare suggeriscono che se l’instabilità fosse stata ritardata di molte centinaia di milioni di anni le collisioni all’interno del disco di piccoli oggetti primordiali avrebbero disgregato quelle coppie perciò non ce ne sarebbe stata più nessuna che potesse finire tra i troiani di Giove. Ciò significa che l’esistenza della coppia Patroclus-Menoetius favorisce il modello che indica un’instabilità in un periodo precedente.
Lo studio degli asteroidi può rivelare varie informazioni sulla storia del sistema solare ed è uno dei motivi per cui sono anche l’obiettivo di un numero crescente di missioni spaziali. C’è appena stato il secondo anniversario del lancio della sonda spaziale OSIRIS-REx della NASA, che andrà a recuperare campioni dell’asteroide 101955 Bennu, ma quella più ambiziosa è Lucy, un’altra missione della NASA che nel prossimo decennio andrà a studiare da vicino alcuni asteroidi troiani tra cui proprio Patroclus e Menoetius.
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