Una conferma di recenti attività tettoniche su Marte nelle Cerberus Fossae

Le Cerberus Fossae (Immagine ESA/DLR/FU Berlin, CC BY-SA 3.0 IGO)
Le Cerberus Fossae (Immagine ESA/DLR/FU Berlin, CC BY-SA 3.0 IGO)

L’ESA ha pubblicato foto scattate dalla propria sonda spaziale Mars Express delle Cerberus Fossae, fratture che corrono quasi parallele per oltre 1.000 chilometri nella superficie vicino all’equatore del pianeta Marte. Fanno parte di un grande complesso vulcanico chiamato Elysium Planitia, dove le tracce suggeriscono che le colate laviche risalgano a qualche milione di anni fa, recenti in termini geologici rispetto al grosso dell’attività vulcanica. Anche le Cerberus Fossae si sono formate in tempi relativamente recenti, meno di 10 milioni di anni fa, probabilmente originate da faglie che estendono gli strati superiori della superficie.

L’attività vulcanica ha interessato il pianeta Marte quando era giovane, tra 3 e 4 miliardi di anni fa. Successivamente è diminuita progressivamente ma le tracce raccolte dalle sonde spaziali in orbita stanno mostrando anche attività vulcaniche e altre attività tettoniche molto più recenti. Nel complesso vulcanico di Elysium Planitia prove di varie attività risalenti a qualche milione di anni fa sono state raccolte nel corso del tempo e alcune sono state descritte in un articolo pubblicato sulla rivista “Scientific Reports” nel febbraio 2017.

In quella regione ci sono le Cerberus Fossae, che hanno una larghezza che varia da qualche decina di metri a oltre un chilometro. Una possibilità per le loro origine è che iniezioni di lava in profondità hanno deformato la superficie di sopra in seguito all’attività dei tre vulcani che si trovano a nord-ovest. Le pianure di origine vulcanica dell’area hanno un’età stimata attorno ai 10 milioni di anni perciò le fratture che passano attraverso di esse devono essere più recenti.

Nell’area in basso a destra dell’immagine in alto, che in realtà mostra l’area nord, è possibile vedere alcune cavità tondeggianti che suggeriscono che sia iniziato un processo di sprofondamento del terreno. In altre aree le cavità tondeggianti possono essere viste connettersi per creare spaccature più lunghe. Attorno ad alcune spaccature ma anche nel cratere più ampio nell’immagine è visibile un materiale più scuro, costituito da sabbia portata dal vento.

Sopra l’immagine, ma in realtà a ovest di quell’area, ci sono le Athabasca Valles, un sistema di canali di deflusso che tra le altre cose si collega con quello delle Cerberus Fossae. Anche quei canali di deflusso sono di origine relativamente recente e ciò è interessante perché sono stati creati da un’inondazione catastrofica su un pianeta dove c’era acqua allo stato liquido in abbondanza quasi 4 miliardi di anni fa, non certo qualche milione di anni fa. Un’attività vulcanica potrebbe aver sciolto ghiacci presenti nell’area provocando un’alluvione temporanea partita dalle Cerberus Fossae sufficiente a formare le Athabasca Valles.

L’attività tettonica in quell’area potrebbe essere ancora in corso e nel futuro ci potrebbero essere perfino nuove eruzioni vulcaniche. Il lander InSight della NASA atterrerà nella parte occidentale di Elysium Planitia il 26 novembre 2018 e con i suoi strumenti potrà monitorare l’attività sismica e tettonica nell’area offrendo informazioni importanti per comprendere i processi in atto.

Vista in prospettiva delle Cerberus Fossae (Immagine ESA/DLR/FU Berlin, CC BY-SA 3.0 IGO)
Vista in prospettiva delle Cerberus Fossae (Immagine ESA/DLR/FU Berlin, CC BY-SA 3.0 IGO)

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