Nuove immagini catturate dallo strumento High Resolution Stereo Camera (HRSC) della sonda spaziale Mars Express dell’ESA mostrano il cratere Greeley su Marte. Il suo nome è stato approvato ufficialmente nel 2015 dall’International Astronomical Union (IAU) in onore del geologo Ronald Greeley, che ci ha lasciati nel 2011 dopo aver lavorato a varie missioni marziane facendo parte anche del team che gestisce lo strumento HRSC.
Il cratere Greeley è situato nella regione chiamata Noachis Terra nella maglia cartografica Noachis tra due enormi bacini da impatto, Argyre e Hellas Planitia. Anche il cratere Greeley è molto grande con un diametro vicino ai 450 chilometri che lo rende il più grande di quel tipo nell’emisfero marziano meridionale. Si tratta di un cratere molto antico che nel corso del tempo ha subito una notevole erosione che ha cancellato completamente alcune parti dei suoi bordi. Ciò rende difficile misurarne con precisione le dimensioni e comunque non ha più una forma circolare da molto tempo. È stato riempito di sedimenti con la conseguenza che la sua profondità è di non più di un chilometro e mezzo circa.
Noachis Terra è una delle regioni più antiche di Marte e porta le tracce di molti impatti avvenuti in quattro miliardi di anni. Il cratere Greeley mostra i segni dell’età anche perché a sua volta contiene crateri da impatto più giovani e quindi molto più visibili grazie alla profondità maggiore e ai bordi ancora facili da riconoscere. Molti sono davvero piccoli e vengono chiamati in gergo crateri secondari perché vengono generati da materiali espulsi quando altri oggetti più grandi colpiscono la superficie del pianeta.
Alcuni dei crateri interni sono attraversati da calanchi piccoli e stretti e costituiscono le tracce di un antico flusso d’acqua. Altri canali più larghi suggeriscono che un tempo ghiacci mescolati a sedimenti scivolassero lungo i pendii. Differenti composizioni dei materiali nel fondo del cratere Greeley sono mostrate dai diversi colori con materiali più chiari esposti alle intemperie attraverso l’acqua e superfici più scure coperte da sabbie vulcaniche. In sostanza, altre tracce di flussi d’acqua ma anche delle conseguenze di un’antica attività vulcanica.
Tutte queste caratteristiche geologiche rendono il cratere Greeley un concentrato di storia marziana. Le immagini sono state prodotte creando un mosaico di fotografie scattate dalla macchina fotografica HRSC nel corso di 16 orbite della sonda spaziale Mars Express. Lo studio dei dati raccolti contribuisce alle informazioni sulla storia di Marte, la loro pubblicazione serve anche a onorare un pioniere della geologia planetaria che dagli anni ’60 fino alla sua morte ha contribuito a ricerche di quel tipo.
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