Un articolo pubblicato sulla rivista “Nature” riporta la scoperta di un getto di materiali proveniente da una giovane stella massiccia in un’area chiamata LHA 120-N 180B, o semplicemente N180 B, una regione di formazione stellare nella Grande Nube di Magellano, una galassia satellite della Via Lattea. Un team di ricercatori guidato da Anna McLeod ha usato lo strumento MUSE installato sul VLT in Cile per studiare l’area e in particolare il getto catalogato come HH 1177, il primo di questo tipo rilevato alla luce visibile all’esterno della Via Lattea.
N180 B, inquadrata nell’immagine in alto (ESO, A McLeod et al.) è una regione del tipo chiamato H II perché costituita da una nube interstellare composta soprattutto da idrogeno ionizzato. Si tratta di regioni di formazione stellare, incubatrici in cui l’idrogeno può formare stelle massicce che cominciano a emettere fortissime radiazioni elettromagnetiche che causano la ionizzazione dell’idrogeno che a sua volta genera i colori che possiamo vedere. In questo caso lo spettacolare risultato ha la forma di una gigantesca bolla con altre quatro bolle più piccole attorno ad essa.
All’interno della bolla più grande i ricercatori hanno rilevato un giovane oggetto stellare grazie allo strumento MUSE (Multi Unit Spectroscopic Explorer), entrato in funzione nel 2014 e potenziato nel 2017 per permettere di ottenere immagini tridimensionali degli oggetti osservati, che combina spettrografia e fotografia per osservare grandi oggetti astronomici in maniera completa in un colpo solo. Una stella ancora nelle prime fasi della sua vita che precedono la sequenza principale in cui passerà la sua vita normale, sta emettendo un getto di materiali. Il risultato è quello che viene chiamato oggetto di Herbig-Haro, da cui la catalogazione come Herbig-Haro 1177 o semplicemente HH 1177.
L’immagine in basso (ESO, A McLeod et al.) Mostra N180 B e nel rettangolo giallo i dettagli dell’area attorno ad HH 1177. Normalmente quel tipo di getti è oscurato dalla polvere che li circonda e di conseguenza può essere rilevato agli infrarossi e alle onde radio richiedendo l’utilizzo di strumenti specializzati come i radiotelescopi. Tuttavia, la Grande Nube di Magellano è povera di polveri perciò quel tipo di getto può essere individuato anche alle frequenze visibili. Ha una lunghezza stimata a quasi 33 anni luce e ciò significa che è uno dei getti più lunghi mai osservati. La stella che l’ha emesso ha una massa stimata a circa 12 volte quella del Sole.
Il fascio di luce proveniente dal getto di HH 1177 è altamente collimato, allargandosi appena mentre si allontana dalla stella. Getti di questo tipo sono associati ai dischi di accrescimento delle stelle e possono fornire informazioni sui meccanismi di raccolta di materia da parte delle stelle durante il loro sviluppo. Stelle sia di grande che di piccola massa lanciano getti collimati come HH 1177 tramite meccanismi simili e ciò suggerisce che stelle massicce possano formarsi nello stesso modo di quelle più piccole.
Come succede molte volte nel campo dell’astronomia, immagini mozzafiato possono essere apprezzate dal pubblico per motivi puramente estetici ma allo stesso tempo offrono ai ricercatori molte informazioni utili per studiare fenomeni cosmici. In questo caso si tratta della formazione di stelle massicce ma i risultati possono essere utili anche per capire com’è nato il Sole assieme ai suoi pianeti.