È un successo la seconda raccolta di campioni del suolo dell’asteroide Ryugu

Foto scattata dallo strumento ONC-W1 durante la discesa su Ryugu (Foto cortesia JAXA)
Foto scattata dallo strumento ONC-W1 durante la discesa su Ryugu (Foto cortesia JAXA)

Poche ore fa la sonda spaziale giapponese Hayabusa 2 ha toccato il suolo dell’asteroide Ryugu per raccogliere alcuni campioni di sottosuolo che verranno trasportati sulla Terra. Si tratta del secondo tentativo dei tre possibili all’inizio della missione. Dopo il primo prelievo compiuto il 22 febbraio 2019, L’agenzia spaziale giapponese JAXA aveva deciso di procedere con un secondo tentativo in un’altra area per poi terminare lo studio di Ryugu e tornare sulla Terra con i campioni prelevati.

La sonda spaziale Hayabusa 2 ha raggiunto l’asteroide Ryugu tra il 26 e il 27 giugno 2018. L’atterraggio di alcuni piccoli rover chiamati Minerva e del lander Mascot e lo studio dall’orbita hanno permesso di cominciare a capire le caratteristiche di quest’asteroide, comprese quelle del suolo per trovare le aree più adatte ai tentativi di contatto con il suolo, in gergo touchdown, per il prelievo dei campioni.

La superficie ghiaiosa dell’asteroide Ryugu ha reso più complessi i preparativi per le operazioni di raccolta campioni ma il 22 febbraio il primo tentativo ha avuto successo. La scelta della seconda area per la discesa della sonda spaziale Hayabusa 2 è stata anche più difficile e alla fine è andata all’area catalogata come C01-Cb. Oltre alle insidie delle rocce presenti sul suolo, la polvere sollevata nel corso dell’operazione compiuta il 5 aprile per creare un cratere nell’area potrebbe creare qualche problema di visibilità. A causa della distanza, è impossibile telecomandare Hayabusa 2 perciò l’operazione è automatizzata e se i sistemi di bordo vengono ingannati dalla polvere non è possibile intervenire.

Nonostante i rischi di collisione con qualche masso, al centro controllo missione è stato deciso di procedere perché è la prima volta che una sonda spaziale ha prelevato campioni di un asteroide da due aree diverse. In sostanza, dal punto di vista scientifico valeva la pena correre il rischio. A questo punto però un terzo tentativo non aggiungerebbe nulla perciò è stato deciso di cancellarlo.

La seconda discesa è stata definita un successo al centro controllo missione. Il prelievo di materiali sollevati in aprile dopo la creazione di un cratere con il proiettile Small Carry-on Impactor (SCI) dovrebbe permettere di ottenere campioni del sottosuolo dell’asteroide Ryugu. La speranza è di avere ottenuto nel corso delle due discese sia campioni di regolite, lo strato superficiale, che del sottosuolo da analizzare e confrontare per capire anche gli effetti dell’esposizione allo spazio con vento solare e raggi cosmici.

La JAXA ha anche confermato che dopo la discesa e il tentativo di cattura di materiali, la sonda spaziale Hayabusa 2 ha regolarmente cominciato le manovre che la riporteranno lentamente in orbita. Questa parte della missione è conclusa mentre nei prossimi mesi verranno completate le operazioni in orbita. Secondo il programma, Hayabusa 2 comincerà il viaggio di ritorno sulla Terra nel dicembre 2019, che dovrebbe richiedere circa un anno.

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