Missione Boe-OFT: la navicella spaziale CST-100 Starliner di Boeing è tornata sulla Terra

La navicella spaziale CST-100 Starliner di Boeing al momento dell'atterraggio (Immagine NASA TV)
La navicella spaziale CST-100 Starliner di Boeing al momento dell’atterraggio (Immagine NASA TV)

Poco fa la navicella spaziale CST-100 Starliner di Boeing è atterrata al White Sands Missile Range in New Mexico, terminando la sua missione Boe-OFT (Boeing Orbital Flight Test). A differenza delle precedenti navicelle americane, questa non compie un ammaraggio nell’oceano ma atterra sulla terraferma. Lo staff di terra è intervenuto in un’esercitazione dell’attività di assistenza che avverrà nelle missioni con astronauti.

Non si tratta della conclusione della missione Boe-OFT sperata da Boeing e dalla NASA dato che è avvenuta prematuramente in seguito all’errato inserimento in orbita avvenuto venerdi scorso circa mezz’ora dopo il lancio. Ciò significa che la missione è incompleta e in due giorni è stato possibile raggiungere solo alcuni degli obiettivi originali, mancando quelli collegati all’arrivo alla Stazione Spaziale Internazionale.

L’analisi dei dati relativi alla missione Boe-OFT continuerà per cercare di ottenere risposte definitive, ma quella preliminare suggerisce che il mancato inserimento nell’orbita corretto sia stato dovuto a un problema con quello che è chiamato Mission Elapsed Time (MET), il tempo trascorso dall’inizio della missione indicato dall’orologio a bordo della navicella spaziale CST-100 Starliner. Secondo la prima ricostruzione, quell’orologio segnava il tempo sbagliato per motivi tutti da chiarire, con la conseguenza che il computer di bordo ha creduto di essere in una diversa fase del volo e ha cominciato una serie di manovre che erano necessarie secondo i calcoli basati su quel tempo consumando una notevole quantità di propellente.

Il volo della navicella spaziale CST-100 Starliner era guidato dal computer di bordo, ma dal centro controllo missione hanno tentato di prendere i comandi quando si sono accorti dell’anomalia. Purtroppo, un ritardo nella ricezione di quei comandi è stato causato dal fatto che proprio in quei minuti le comunicazioni con la CST-100 Starliner stavano passando da un satellite della costellazione TDRS a un altro. Una breve interruzione nelle comunicazioni ha fatto tutta la differenza perché nel momento in cui dal centro controllo missione hanno preso il controllo della CST-100 Starliner il propellente rimasto era ormai insufficiente per inserirla nell’orbita necessaria a raggiungere la Stazione Spaziale Internazionale.

Alla conferenza stampa post-lancio di venerdi, l’amministratore della NASA Jim Bridenstine ha cercato di vedere il bicchiere mezzo pieno affermando che comunque era possibile raggiungere alcuni degli obiettivi prefissi. Gli astronauti di Boeing che dovrebbero far parte dell’equipaggio nella prima missione della CST-100 Starliner con persone a bordo hanno spiegato che la loro presenza avrebbe permesso di prendere rapidamente il controllo della navicella per compiere manualmente l’inserimento nell’orbita corretta.

Certamente qualcosa non ha funzionato a dovere nei sistemi automatici. NASA e Boeing sono già al lavoro per accertare l’origine del problema per eliminarlo e capire perché non sia emerso nelle simulazioni condotte nel corso dello sviluppo della navicella spaziale CST-100 Starliner. C’è stata una componente di sfortuna perché le comunicazioni via satellite erano interrotte proprio nel momento peggiore mostrando come a volte i sistemi automatici non siano in grado di rispondere correttamente in caso di problemi.

I risultati dell’indagine e l’analisi dei dati raccolti nel corso di una missione molto abbreviata permetteranno di decidere se sarà necessario un secondo test della navicella spaziale CST-100 Starliner senza equipaggio. L’attracco alla Stazione Spaziale Internazionale è uno dei momenti critici per la sicurezza dell’equipaggio della navicella e di quello della Stazione e il test aveva lo scopo di verificare che il sistema di attracco funzioni correttamente sia dal lato hardware che da quello software. Anche in questo caso la presenza di un equipaggio a bordo della CST-100 Starliner potrebbe ovviare almeno ad alcuni eventuali problemi del sistema automatico con un attracco manuale come a volte è stato effettuato dai piloti di navicelle russe.

Un anno difficile per Boeing è terminato con una missione spaziale azzoppata. I test si compiono proprio per trovare possibili problemi che nessuna simulazione e test al suolo potrebbero rilevare ma la missione Boe-OFT si è conclusa con vari dubbi. Per il momento la priorità è capire se la prima ricostruzione degli eventi sia corretta e correggere il problema. A quel punto la NASA deciderà come procedere nella prossima missione della navicella spaziale CST-100 Starliner.

Il personale di supporto ispeziona la navicella spaziale CST-100 Starliner (Immagine NASA TV)
Il personale di supporto ispeziona la navicella spaziale CST-100 Starliner (Immagine NASA TV)

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