Un superbrillamento da record osservato su Proxima Centauri

Concetto artistico di Proxima Centauri durante un superbrillamento (Immagine NRAO/S. Dagnello)
Concetto artistico di Proxima Centauri durante un superbrillamento (Immagine NRAO/S. Dagnello)

Un articolo pubblicato sulla rivista “The Astrophysical Journal Letters” riporta un’analisi di un superbrillamento della stella Proxima Centauri osservato nel 2019 in varie bande dello spettro elettromagnetico. Un team di ricercatori guidato da Meredith MacGregor della University of Colorado a Boulder ha usato vari telescopi spaziali e al suolo per osservare in modo esauriente un brillamento cento volte più potente di quelli solari sulla stella più vicina al Sole. Si tratta del brillamento più potente mai osservato su Proxima Centauri e uno dei più potenti osservati in tutta la Via Lattea.

Distante poco più di 4 anni luce dalla Terra, Proxima Centauri orbita a una notevole distanza attorno al sistema binario di Alpha Centauri. La sua massa è solo un ottavo di quella del Sole perciò questa nana rossa consuma il suo idrogeno molto lentamente e continuerà la sua vita per molti miliardi di anni.

Nel 2016 è arrivata la notizia dell’identificazione di un pianeta, catalogato come Proxima b, con una massa poco maggiore di quella terrestre, orbitante attorno a Proxima Centauri. Nel 2019 è stata annunciata l’identificazione di un altro pianeta, roccioso ma molto più massiccio della Terra. Ci sono discussioni sulla potenziale abitabilità di Proxima b ma superbrillamenti come quello osservato nel 2019 abbassano notevolmente le possibilità in questo senso.

I brillamenti sono fenomeni normali per le stelle in cui un processo conosciuto come riconnessione magnetica permette di trasformare l’energia immagazzinata nei campi magnetici e di rilasciarla in eruzioni che possono essere estremamente potenti attraverso elettroni che vengono accelerati a velocità vicine a quella della luce e interagiscono con il plasma della stella. Le nane rosse sono stelle piccole ma la loro attività può essere notevole e Proxima Centauri ha mostrato di essere molto attiva. Brillamenti su Proxima sono all’ordine del giorno e a volte c’è un superbrillamento particolarmente potente anche per gli standard di questa nana rossa.

La vicinanza al Sole e la scoperta di un sistema con almeno due pianeti ha reso più che mai Proxima Centauri un interessante oggetto di studio. Per questo motivo, nel 2019 è stata condotta una campagna di osservazioni usando nove telescopi e il 1 maggio cinque di essi hanno rilevato un superbrillamento. Meredith MacGregor ha spiegato che in pochi secondi Proxima è passata da una luminosità normale a una 14.000 volte maggiore agli ultravioletti. Nel passato, gli astronomi non sapevano se i brillamenti potessero essere rilevati anche a lunghezze d’onda millimetriche e per la prima volta il radiotelescopio ALMA (Atacama Large Millimeter/submillimeter Array), inaugurato nel marzo 2013, ha confermato quell’ipotesi mostrando una crescità di luminosità analoga a quella vista negli ultravioletti.

I meccanismi dietro i processi legati alla riconnessione magnetica e ai brillamenti stellari vengono studiati per comprenderli pienamente. Proxima Centauri ha confermato di essere eccellente per questi studi ma la quantità di radiazioni che investe i suoi pianeti rende improbabile la presenza di forme di vita, a meno che non sia radicalmente diversa da quella terrestre. Altri brillamenti su Proxima sono stati rilevati nel corso della campagna di osservazioni del 2019 e i dati raccolti potranno fornire altri indizi sui processi in atto. Sicuramente verranno condotte altre osservazioni che aiuteranno a capire meglio l’ambiente che c’è attorno alle nane rosse. Si tratta delle stelle più comuni nell’universo perciò capire se i loro pianeti possano essere abitabili è fondamentale nella ricerca di vita extraterrestre.

Proxima Centauri vista dalla Terra e dalla sonda spaziale New Horizons (Immagine NASA/Johns Hopkins Applied Physics Laboratory/Southwest Research Institute/Las Cumbres Observatory/Siding Spring Observatory)

Proxima Centauri vista dalla Terra e dalla sonda spaziale New Horizons

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