Pubblicato il catalogo dei lampi radio veloci rilevati nel primo anno di attività del radiotelescopio CHIME

Il radiotelescopio CHIME (Foto cortesia CHIME)
Il radiotelescopio CHIME (Foto cortesia CHIME)

Al 238° meeting della American Astronomical Society (AAS), tenuto nei giorni scorsi, sono stati presentati i risultati delle rilevazioni di lampi radio veloci grazie al radiotelescopio CHIME tra il 25 luglio 2018 e il 1 luglio 2019, il primo anno di ricerca con questo strumento. I ricercatori della collaborazione CHIME hanno rilevato 535 lampi radio veloci che includono 61 lampi da 18 fonti ripetute già conosciute. Il catalogo presentato in quest’occasione espande notevolmente il numero di lampi radio veloci conosciuti offrendo molte nuove informazioni su questi fenomeni ancora misteriosi. Le differenze tra le caratteristiche dei lampi singoli e quelli che si ripetono indicano ancor più di prima che ci sono almeno due meccanismi che li producono.

Le rilevazioni del radiotelescopio CHIME (Canadian Hydrogen Intensity Mapping Experiment) stanno davvero rivoluzionando lo studio dei lampi radio veloci. La sua struttura formata da semicilindri, fisicamente ben diversa da quella delle classiche antenne circolari usate nei tipici radiotelescopi, assieme alla strumentazione di elaborazione dei segnali ricevuti, permette di compiere rilevazioni seguendo la rotazione della Terra dato che le antenne sono fisse. CHIME è uno strumento concepito per mappare la distribuzione della materia nell’universo e alcune modifiche nel progetto l’hanno reso perfetto per rilevare fenomeni come i lampi radio veloci. Da questo punto di vista è molto migliore dei radiotelescopi tradizionali.

Nel primo anno di operazioni, il radiotelescopio CHIME ha permesso di quadruplicare il numero dei lampi radio veloci conosciuti. Il catalogo presentato dalla collaborazione CHIME include 535 eventi che includono 61 lampi provenienti da 18 fonti ripetute conosciute in precedenza. I ricercatori hanno stimato che circa 9.000 eventi rilevabili da radiotelescopi come CHIME avvengono ogni giorno nel cielo intero.

La quantità di lampi radio veloci rilevati dal radiotelescopio CHIME ha permesso anche di ottenere qualche statistica. Ad esempio, essi sembrano distribuiti in modo omogeneo nello spazio. Ciò suggerisce che la maggior parte provenga da fonti esterne alla Via Lattea.

I risultati ottenuti dal radiotelescopio CHIME confermano l’ipotesi che vi siano almeno due meccanismi dietro questi eventi. Infatti, i 61 lampi provenienti da fonti ripetute hanno permesso di compiere analisi più sofisticate grazie anche alle apparecchiature per l’elaborazione dei segnali. Il risultato è stato che lampi singoli e lampi ripetuti hanno mostrato caratteristiche diverse ben visibili negli spettri delle loro emissioni.

Alcune ricerche di questi ultimi anni hanno offerto indizi dei legami tra alcuni lampi radio veloci e magnetar. Tuttavia, uno studio per ora disponibile solo in preprint su un lampo radio veloce lo localizza in un ammasso globulare, dove la presenza di una magnetar tra vecchie stelle è improbabile. Anche questo è un indizio dell’esistenza di diversi meccanismi per generare questi eventi.

Quello appena pubblicato è solo il primo catalogo dei lampi radio veloci. Nel frattempo, il radiotelescopio CHIME ha continuato a rilevare questi eventi raccogliendo molti altri dati su di essi. Queste emissioni radio richiedono energie elevatissime eppure servono strumenti sensibili per rilevarli. CHIME potrebbe essere la chiave per comprenderne la natura.

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