Pegasus V è una galassia nana ultra-debole fossile che può offrire indizi sulle galassie primordiali

La galassia nana ultra-debole Pegasus V
La galassia nana ultra-debole Pegasus V

Un articolo sottoposto per la pubblicazione sulla rivista “Monthly Notices of the Royal Astronomical Society” riporta l’identificazione di una galassia nana ultra-debole che è stata chiamata Pegasus V vicina alla galassia di Andromeda. Un team di ricercatori ha condotto osservazioni mirate in seguito alla scoperta fatta da un astrofilo e, usando lo strumento GMOS montato sul telescopio Gemini Nord alle Hawaii ha potuto confermare l’esistenza di una galassia nana ultra-debole, piccola e con una luminosità molto limitata. Un risultato interessante delle osservazioni è la presenza molto limitata di elementi più pesanti di idrogeno ed elio, una scoperta che ha portato a concludere che si tratti di una sorta di fossile di una galassia primordiale.

Una galassia nana del tipo ultra-debole, cioè con una luminosità molto bassa, può sembrare interessante solo come curiosità astronomica. Tuttavia, certe caratteristiche possono renderla interessante per vari studi cosmologici. La scarsa luminosità è dovuta a una bassa quantità di stelle attive, che sono vecchie e piccole e ciò significa che non si formano nuove stelle. Ciò significa che si tratta di una cosiddetta galassia fossile che sta lentamente morendo. Nel caso di Pegasus V, è ossibile che la vicina Andromeda abbia avuto un’influenza negativa sulla formazione stellare ma altri risultati del suo esame rendono interessante una galassia nana scoperta grazie all’occhio attento di un astrofilo.

La galassia nana Pegasus V era solo una macchia in un’immagine di archivio delle DESI Legacy Imaging Surveys, indagini condotte per altri tipi di ricerca astronomica. L’astrofilo Giuseppe Donatiello l’ha individuata e segnalata, permettendo ad astronomi professionisti di indagare con osservazioni mirate. Anche l’immagine (International Gemini Observatory/NOIRLab/NSF/AURA. L’mmagine: T.A. Rector (University of Alaska Anchorage/NSF’s NOIRLab), M. Zamani (NSF’s NOIRLab) & D. de Martin (NSF’s NOIRLab)) mostra quanto sia difficile capire la natura di Pegasus V. Ci è voluto un esame delle stelle al suo interno per riconoscere che si trattava di una galassia nana.

Lo strumento GMOS (Gemini Multi-Object Spectrograph) montato sul telescopio Gemini Nord ha permesso di analizzare le emissioni elettromagnetiche della galassia nana Pegasus V mappandone la composizione. Il risultato è la scoperta di una percentuale molto bassa di elementi più pesanti di idrogeno ed elio. Quando diverse generazioni di stelle si susseguono, esse producono sempre più elementi pesanti. Una quantità molto bassa significa che la galassia ha avuto poche generazioni di stelle. Pegasus V è vicina ad Andromeda, perciò la vediamo com’era pochissimi milioni di anni fa e ciò significa che al suo interno la formazione stellare dev’essere stata bloccata miliardi di anni fa. In sostanza, la conclusione è che Pegasus V è un fossile delle prime galassie dell’universo.

Gli astronomi sperano di trovare altri indizi sul primo periodo di formazione di galassie e stelle nell’universo continuando a studiare la galassia nana Pegasus V. Ciò include anche lo studio della materia oscura dato che sarà possibile usarla per mettere alla prova i vari modelli, compresi quelli alternativi che non ne prevedono l’esistenza.

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