I resti di supernova Cassiopeia A studiati con il telescopio spaziale James Webb

I resti di supernova Cassiopeia A visti dal telescopio spaziale James Webb
Un’immagine dei resti di supernova Cassiopeia A (NASA, ESA, CSA, D. Milisavljevic (Purdue University), T. Temim (Princeton University), I. De Looze (UGent), J. DePasquale (STScI)), o semplicemente Cas A, catturata dal telescopio spaziale James Webb mostra dettagli mai visti prima delle strutture presenti tra i materiali che circondano ciò che rimane della stella progenitrice. Si tratta di dettagli utili agli astronomi per ricostruire i processi che avvengono nelle ultime fasi di vita di una stella massiccia e le conseguenze di una supernova. Elementi generati dalla stella vengono sparsi nello spazio, inclusa della polvere cosmica in quantità che potrebbero spiegarne l’abbondanza scoperta in galassie primordiali.

Distanti circa 11.000 anni luce dalla Terra, i resti di supernova Cassiopeia A sono stati studiati molte volte con vari strumenti ma non ci sono tracce in documenti storici di osservazioni della supernova. Le ricostruzioni indicano che la sua luce dovrebbe aver raggiunto la Terra circa 340 anni fa ma per qualche motivo non è stata avvistata. Polvere interstellare potrebbe aver bloccato la maggior parte di quella luce oppure gli strati esterni della stella progenitrice hanno bloccato la luce dopo che erano stati espulsi poco prima della supernova.

Anche lo studio dei resti di questa supernova è tutt’altro che semplice perché la massiccia presenza di materiali è l’oggetto dell’interesse degli astronomi ma è anche ciò che blocca molte frequenze elettromagnetiche. Gli infrarossi sono tra le emissioni rilevabili dalla Terra ed è per questo motivo che strumenti come il telescopio spaziale Hubble sono stati usati nel passato per studiare Cassiopeia A. Il telescopio spaziale James Webb offre passi in avanti in questo studio.

Lo strumento Mid-InfraRed Instrument (MIRI) è quello usato in particolare per le osservazioni dei resti di supernova Cassiopeia A. Vari filtri hanno permesso di ottenere la nuova immagine che copre un raggio di circa 10 anni luce rivelando molto nuovi dettagli sulle strutture formate dai materiali espulsi in varie fasi a partire dal periodo di agonia della stella progenitrice. È un nuovo caso in cui il risultato è un’immagine mozzafiato che allo stesso tempo è utilissima agli astronomi.

La quantità di polvere cosmica prodotta dai resti di supernova Cassiopeia A è uno degli oggetti di studio. Osservazioni di galassie primordiali hanno rivelato notevoli quantità di polvere cosmica che è difficile spiegare senza tirare in ballo le supernove. I tentativi di stimare con precisione la quantità di polvere generate dalle supernove non hanno portato a conclusioni definitive e ora la speranza è che nuovi studi condotti con il telescopio spaziale James Webb aiutino gli astronomi anche in questo tipo di ricerca.

Lo studio dei materiali dei resti delle supernove ha lo scopo di capire come si diffondano nello spazio e quali elementi chimici includano. Ciò è importante perché quei materiali potrebbero in un lontano futuro diventare parte di pianeti di nuovi sistemi stellari. Alcuni degli elementi generati dalla stella progenitrice sono essenziali per le forme di vita terrestri e forse anche per altre forme di vita emerse in giro per l’universo.

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