Telescopi

Immagine da un filmato che illustra un nucleo galattico attivo (Immagine NASA / Dana Berry / SkyWorks Digital)

Un articolo sulla rivista “Monthly Notices of the Royal Astronomical Society” descrive uno studio sulla galassia SAGE0536AGN e in particolare sul buco nero supermassiccio al suo centro, che è 30 volte più grande di quanto ci si aspetterebbe. Questo è il risultato delle misurazioni condotte da un team di astronomi della Keele University e della University of Central Lancashire, un’anomalia tutta da spiegare.

Rappresentazione artistica di antenne medie dello SKA da 15 metri di diametro con l'aspetto che avranno quando verranno terminate (Immagine cortesia SKA Organisation)

Il governo cinese ha manifestato l’intento di entrare in una nuova fase nel suo coinvolgimento del progetto di sviluppo del radiotelescopio SKA firmando una lettera di intenti con la SKA Organisation che lo gestisce. Il viceministro della Scienza e Tecnologia Jianlin Cao ha firmato la lettera d’intenti a nome del suo governo. Con questo atto, la Cina si unisce alle nazioni che si occupano di trasformare SKA in un’organizzazione intergovernativa con un trattato a formalizzare le relazioni tra il progetto e i suoi membri.

A sinistra, la galassia J0702+5002, che secondo i ricercatori non è il tipo causato da una fusione. A destra, la galassia J1043+3131 che invece è ritenuta un candidato per quel tipo di galassia (Immagine Roberts, et al., NRAO/AUI/NSF)

Mentre nel campo dell’astrofisica si sta ancora parlando di una coppia di buchi neri supermassicci che in futuro si scontreranno, una nuova ricerca suggerisce che queste situazioni siano più rare del previsto. Un team di astronomi guidato da David Roberts della Brandeis University ha analizzato dati raccolti con il VLA (Very Large Array) per esaminare i casi in cui possibili fusioni tra galassie hanno portato i buchi neri supermassicci al loro centro a formare una coppia. La conclusione è che in molti casi la fusione tra galassie è solo apparente.

Il team Mopra di fronte al radiotelescopio Mopra (Foto cortesia team Mopra. Tutti i diritti riservati)

Il telescopio Mopra, con i suoi 22 metri di diametro e la suite di strumenti specializzati, è l’unico in grado di mappare rapidamente ampie aree del cielo. Il nome deriva da una formazione geologica nelle vicinanze, nell’area vicina a Coonabarabran, nella Nuova Galles del Sud, in Australia. La sua chiusura è stata decisa in seguito a forti tagli di budget da parte del governo federale australiano ma una raccolta fondi su Kickstarter potrebbe salvarlo.

Il satellite Astro-E2, poi diventate Suzaku, durante la fase di test (Foto NASA)

Nei giorni scorsi, l’osservatorio spaziale giapponese Suzaku è stato disattivato. Il 26 agosto 2015 la JAXA, l’agenzia spaziale giapponese, aveva comunicato la decisione di terminare la missione di questo satellite specializzato nell’astronomia per i raggi X. Le comunicazioni tra il centro controllo missione e Suzaku erano diventate intermittenti dal 1 giugno 2015 e la JAXA, dopo aver tentato di ripristinarle, ha deciso di iniziare le procedure di disattivazione.