Nuovi getti di gas e polveri sulla cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko fotografati dalla sonda spaziale Rosetta

Fotografia della cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko scattata alle 9.13 italiane del 12 marzo 2015. Non ci sono getti di gas e polvere provenienti dall'area inferiore (Immagine ESA/Rosetta/MPS for OSIRIS Team MPS/UPD/LAM/IAA/SSO/INTA/UPM/DASP/IDA)
Fotografia della cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko scattata alle 9.13 italiane del 12 marzo 2015. Non ci sono getti di gas e polvere provenienti dall’area inferiore (Immagine ESA/Rosetta/MPS for OSIRIS Team MPS/UPD/LAM/IAA/SSO/INTA/UPM/DASP/IDA)
Fotografia della cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko scattata alle 9.15 italiane del 12 marzo 2015. Un getto di gas e polvere è apparso nell'area inferiore (Immagine ESA/Rosetta/MPS for OSIRIS Team MPS/UPD/LAM/IAA/SSO/INTA/UPM/DASP/IDA)
Fotografia della cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko scattata alle 9.15 italiane del 12 marzo 2015. Un getto di gas e polvere è apparso nell’area inferiore (Immagine ESA/Rosetta/MPS for OSIRIS Team MPS/UPD/LAM/IAA/SSO/INTA/UPM/DASP/IDA)

La sonda spaziale Rosetta dell’ESA ha individuato nuovi getti di gas e polvere emergere dalla cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko. Le immagini sono state scattate usando la macchina fotografica OSIRIS il 12 marzo 2015 e sono state presentate la scorsa settimana durante la EGU2015 (European Geosciences Union General Assembly 2015) a Vienna. L’attività sulla cometa continua ad aumentare ma ci è voluta un po’ di fortuna per rilevare nuovi getti.

I gas congelati presenti sulla cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko stanno sublimando a causa dell’avvicinamento al Sole. I getti che ne conseguono portano particelle di polvere con essi che stanno formando una chioma sempre più densa. Nell’area della cometa rivolta direttamente verso il Sole, i getti sono notevoli, tanto che nel suo ultimo passaggio ravvicinato hanno provocato problemi alla sonda spaziale Rosetta.

Il 12 marzo 2015, Rosetta era a circa 75 chilometri di distanza dalla cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko e la sua macchina fotografica OSIRIS stava catturando varie immagini dei getti di gas e polvere. Ce n’erano parecchi provenienti dal lato superiore della cometa, quello illuminato dal Sole.

La fotografia scattata alle 9.13 italiane non mostra alcun getto proveniente dall’area inferiore e buia della cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko. La fotografia scattata due minuti dopo mostra invece un nuovo getto emergere da quell’area. Si è trattato di un colpo di fortuna perché è impossibile prevedere quando e dove un nuovo getto emergerà.

Il fatto che questo nuovo getto provenisse da un’area che era nell’ombra è sorprendente. Stava per sorgervi l’alba e forse i primi raggi di Sole avevano già colpito qualche parte di quella regione rimasta nascosta alla sonda spaziale Rosetta a causa della posizione orbitale. È anche possibile che il nuovo getto sia stato causato da qualche attività più esplosiva. Ad esempio, un’ondata di caldo può aver raggiunto i ghiacci in uno strato più profondo sotto la superficie.

Alla EGU2015 è stata presentata anche un’altra scoperta. Misurazioni effettuate dalla sonda spaziale Rosetta e i dati raccolti dal lander Philae, che continua a non dare segni di vita, mostrano che il nucleo della cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko non è magnetizzato. È la prima volta che è stato possibile effettuare questo tipo di misurazioni su una cometa grazie al fatto che Rosetta si è avvicinata parecchio al suo obiettivo e al lander.

La missione del lander Philae è stata per molti versi sfortunata ma il fatto che sia rimbalzato sulla superficie gli ha permesso di effettuare rilevazioni dell’attività magnetica del nucleo da varie aree usando lo strumento ROMAP (Rosetta Lander Magnetometer and Plasma Monitor). Questi dati sono stati aggiunti a quelli rilevati dal magnetometro dei Rosetta.

I dati inviati da Philae sono stati utili per questo studio sul nucleo della cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko e nel frattempo Rosetta continua la sua missione dall’orbita. Gli scienziati dell’ESA stanno valutando le prossime manovre in maniera da limitare i rischi per Rosetta. I dati già raccolti continuano a essere studiati ma sicuramente ne arriveranno altri molto utili.

[ad name=”eBayAstronomia300″]

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *