Un articolo pubblicato sulla rivista “Geophysical Research Letters” descrive una ricerca sulle conseguenze che molteplici impatti di asteroidi hanno avuto sulla superficie della Luna circa quattro miliardi di anni fa. Usando i dati raccolti dalle sonde spaziali gemelle GRAIL (Gravity Recovery and Interior Laboratory) della NASA, un team di scienziati guidati dal MIT (Massachusetts Institute of Technology) ha scoperto una notevole porosità nella superficie lunare e una rete di larghe cicatrici sotto di essa.
La missione di Ebb e Flow, le navicelle spaziali GRAIL, si è conclusa alla fine del 2012 con il loro schianto sulla superficie della Luna. Questa missione aveva lo scopo primario di creare una mappa gravitazionale della Luna per analizzarne le caratteristiche. Le due sonde gemelle hanno raccolto dati fino quasi all’ultimo minuto perciò la loro analisi è andata avanti nel tempo e sono stati usati anche per questa ricerca sulla crosta lunare.
In particolare, i ricercatori si sono concentrati sugli effetti degli impatti di asteroidi avvenuti circa quattro miliardi di anni fa. Si tratta del periodo in cui c’è stato il cosiddetto intenso bombardamento tardivo. A quell’epoca, una quantità notevole di asteroidi ha colpito pianeti e satelliti e la Luna ne porta ancora le conseguenze.
I ricercatori hanno identificato regioni nel lato lontano della Luna chiamate altipiani lunari che potrebbero essere state bombardate in maniera talmente intensa, in particolare da piccoli asteroidi, che gli impatti hanno completamente frantumato la crosta superiore. Ciò ha lasciato quelle regioni quanto più porose e fratturate possibile. Impatti successivi possono aver avuto l’effetto opposto, sigillando le fratture e diminuendo la porosità.
Gli effetti sono stati osservati sullo strato superiore della crosta lunare, che gli scienziati chiamano megaregolite. Questo strato è dominato da crateri relativamente piccoli, con diametro di 30 chilometri o inferiore. Strati inferiori della crosta contengono invece crateri più larghi ma sono meno fratturati e porosi.
I dati della missione GRAIL hanno permesso di mappare il campo gravitazionale nell’area di oltre 1.200 crateri sul lato lontano della Luna. Questi altipiani lunari costituiscono l’area con la maggior quantità di crateri ed essi sono anche i più antichi. Per mappare la gravità sotto la superficie, nella crosta lunare, i ricercatori hanno sottratto gli effetti gravitazionali di monti, valli e altri elementi topologici dal campo gravitazionale totale.
Non si tratta solo di una ricerca scientifica per comprendere meglio ciò che è successo durante l’intenso bombardamento tardivo. Il ricercatore del MIT Jason Soderblom ha dichiarato che il processo di generazione di porosità nelle croste planetarie ha un’importanza critica nel capire come l’acqua finisca sotto la superficie. Sulla Terra, la vita potrebbe essersi evoluta da qualche parte sotto la superficie perciò è importante capire questi meccanismi e la Luna, dove ci sono stati cambiamenti limitati alla crosta, è il luogo ideale per studiarli.