Un articolo appena pubblicato sulla rivista “Science Advances” descrive una ricerca sulla cometa Lovejoy, catalogata come C/2014 Q2. Un team di di ricercatori guidato da Nicolas Biver dell’Observatoire de Meudon, in Francia, ha analizzato i composti emessi assieme all’acqua quando la cometa è passata vicino al sole, il 30 gennaio 2015, e ha scoperto 21 diverse molecole organiche tra cui alcol etilico e glicolaldeide, uno zucchero semplice.
Nicolas Biver e i suoi collaboratori hanno utilizzato il radiotelescopio da 30 metri dell’IRAM (Institut de radioastronomie millimétrique) a Pico Veleta sulla Sierra Nevada in Spagna. Si tratta di un potente strumento per la radioastronomia millimetrica che in questo caso è stato usato per rilevare la composizione della tenue atmosfera della cometa Lovejoy creata dalla sublimazione di acqua ed elementi volatili durante il suo passaggio vicino al Sole.
Le varie molecole emesse dalla cometa Lovejoy hanno ricevuto energia dalla luce solare che in quel momento è particolarmente intensa. La conseguenza è che esse brillavano a specifiche frequenze di microonde e ogni molecola ha una certa “firma” che la rende riconoscibile all’analisi spettrale delle rilevazioni effettuate con il radiotelescopio.
Grazie a quest’analisi è stato possibile identificare 21 diverse molecole organiche tra le quali l’alcol etilico, quello presente nelle nostre bevande, e il glicolaldeide. Si tratta di un’altra conferma del fatto che sulle comete ci sono molecole complesse che potrebbero essere arrivate sulla Terra primordiale contribuendo a fornire gli ingredienti per la formazione delle prime forme di vita. Altre molecole organiche erano state scoperte dal lander Philae dell’ESA sulla cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko.
Le comete trasportano materiali che hanno visto pochi o addirittura nessun cambiamento da quando si sono formate, alla nascita del sistema solare. È per questo motivo che il loro studio è diventato così importante e l’ESA ha inviato la sonda spaziale Rosetta per studiare la cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko da vicino.
La cometa Lovejoy è una delle comete più brillanti e attive osservate negli ultimi anni perciò è stata oggetto di uno studio particolarmente interessante, anche se da lontano. L’analisi dei dati raccolti esaminando questa e altre comete continuerà per cercare di capire se i materiali organici trovati sono arrivati dalla nube primordiale in cui si è formato il sistema solare o se si sono formati successivamente, nel disco protoplanetario che circondava il Sole quand’era giovane.