C’è ossigeno molecolare sulla cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko

La cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko il 18 ottobre 2015 (Foto ESA/Rosetta/NavCam)
La cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko il 18 ottobre 2015 (Foto ESA/Rosetta/NavCam)

Un articolo appena pubblicato sulla rivista “Nature” descrive la scoperta di molecole di ossigeno nella chioma della cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko. Si tratta di una scoperta sorprendente e non a caso è la prima volta che questa presenza viene rilevata in una cometa perché l’ossigeno molecolare – O2 – è molto reattivo perciò tende a combinarsi ad esempio con l’idrogeno per formare acqua. Si tratta di ossigeno “sopravvissuto” fin dai tempi della formazione del sistema solare.

Oltre un anno fa, la sonda spaziale Rosetta dell’ESA cominciò ad analizzare la chioma della cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko utilizzando il suo strumento ROSINA (Rosetta Orbiter Spectrometer for Ion and Neutral Analysis). Vennero rilevate alcune sostanze previste dagli scienziati come zolfo e metano ma la sorpresa arrivò dalla scoperta di ossigeno molecolare.

Kathrin Altwegg dell’Università di Berna, la principale investigatrice dello strumento ROSINA, ha dichiarato che lei e i suoi colleghi non si aspettavano questa scoperta perché l’ossigeno molecolare è chimicamente molto reattivo. È stata una sorpresa anche perché non ci sono molti esempi di rilevazione di ossigeno molecolare interstellare. Anche se dev’essere stato incorporato nella cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko durante la sua formazione, ciò non è facilmente spiegabile dai correnti modelli di formazione del sistema solare.

È possibile che ossigeno molecolare sia presente in altre comete ma è molto difficile da rilevare con le analisi spettroscopiche effettuate da telescopi al suolo. Non è quindi un caso che esso sia stato scoperto dallo strumento ROSINA installato sulla sonda spaziale Rosetta inviata sul posto.

I ricercatori hanno analizzato oltre 3000 campioni presi attorno alla cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko tra il settembre 2014 e il marzo 2015 per identificare l’O2. Hanno determinato che esso è il quarto più comune gas nella chioma dopo quello d’acqua, il monossido di carbonio e l’anidride carbonica.

Un’altra sorpresa è arrivata dalla scoperta di una correlazione stabile tra acqua e ossigeno. Ciò significa che il rapporto tra le due molecole non cambia in differenti punti della cometa o in diversi momenti. Ciò suggerisce che la loro origine nel nucleo e il meccanismo del loro rilascio sono collegati.

Secondo i ricercatori, la spiegazione più probabile per la presenza di O2 è che si tratti di molecole risalenti addirittura a prima della formazione del sistema solare. Acqua esistente all’epoca è stata disgregata da particelle ad alta energie scomponendosi in ossigeno molecolare e idrogeno.

In qualche modo, l’O2 è rimasto protetto durante la fase di accrescimento della cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko. Ciò significa che questo processo è avvenuto in maniera tranquilla per impedire che l’ossigeno molecolare reagisse con altre sostanze. Questa scoperta ha possibili implicazioni sui modelli di formazione del sistema solare e ci fornisce nuove informazioni per capire meglio questo processo.

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