Astronomia / astrofisica

Foto delle rocce in equilibrio scattata dalla macchina fotografica OSIRIS della sonda spaziale Rosetta il 16 settembre 2014 (Immagine ESA/Rosetta/MPS for OSIRIS Team MPS/UPD/LAM/IAA/SSO/INTA/UPM/DASP/IDA)

Gli scienziati del team che si occupa della macchina fotografica OSIRIS della sonda spaziale Rosetta dell’ESA hanno scoperto una curiosa formazione di rocce nella regione chiamata Aker della cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko. Esse sembrano del tipo rocce in equilibrio esistenti in vari luoghi sulla Terra e precisamente si tratta di tre rocce che sembrano avere un contatto molto ridotto con la superficie della cometa.

Alcune antenne dell'Owens Valley Long Wavelength Array (OV-LWA) con il centro della Via Lattea sullo sfondo (Immagine cortesia Gregg Hallinan. Tutti i diritti riservati)

Un nuovo radiotelescopio è stato da poco attivato in California, con base all’Owens Valley Radio Observatory (OVRO) del Caltech. È l’Owens Valley Long Wavelength Array (OV-LWA), un insieme di 256 piccole antenne sviluppato da un consorzio guidato dal Caltech che include il JPL della NASA, Harvard University, University of New Mexico, Virginia Tech e il Naval Research Laboratory. Il suo scopo è di osservare l’intero cielo 24 ore su 24 alle lunghezze d’onda radio lunghe, conosciute anche come basse frequenze.

Schema che mostra la galassia di Andromeda, l'alone che la circonda e il modo usato per misurarne la dimensione (Image NASA/STScI)

Un team di scienziati ha utilizzato il telescopio spaziale Hubble per misurare l’estensione dell’alone di gas the avvolge la galassia di Andromeda. Esso è risultato essere molto più grande del previsto arrivando a estendersi per circa un milione di anni luce dalla galassia. Ciò significa che arriva a circa metà della distanza che la separa dalla Via Lattea perciò se fosse visibile a occhio nudo la sua dimensione sarebbe circa cento volte quella della Luna piena. I risultati di questa ricerca sono stati pubblicati sulla rivista “Astrophysical Journal”.

Concetto artistico dell'esopianeta 55 Cancri e che mostra come la superficie sia parzialmente fusa prima e dopo l'attività vulcanica (Immagine NASA/JPL-Caltech/R. Hurt)

Un articolo pubblicato sulla rivista “Monthly Notices of the Royal Astronomical Society” descrive uno studio sull’esopianeta 55 Cancri e che sostiene che sulla sua superficie vi sia un’attività vulcanica estremamente violenta. La conseguenza è che la temperatura non solo è molto elevata ma ha sbalzi che vanno dai 1.000° ai 2.700° Celsius. Tra gli autori dell’articolo c’è il Dottor Nikku Madhusudhan dell’Istituto di Astronomia dell’università britannica di Cambridge, che sta studiando 55 Cancri e da tempo e ha già pubblicato uno studio in cui sostiene che questo esopianeta potrebbe contenere un diamante grande tre volte la Terra.

Immagine del sistema HL Tauri scattata dal telescopio ALMA (Immagine ALMA (ESO/NAOJ/NRAO))

Lo scorso ottobre era stata pubblicata un’immagine del sistema di HL Tauri catturata dal telescopio ALMA (Atacama Large Millimeter/submillimeter Array) dell’ESO. Essa mostrava un disco di polvere che si sta pian piano condensando ed era una delle immagini più nitide mai realizzate a lunghezze d’onda sumbillimetriche. Secondo molti scienziati ci sono pianeti che si stanno formando in quel sistema ma altri erano scettici e ciò aveva creato un dibattito. Ora un team di astrofisici dell’Università di Toronto guidato da Daniel Tamayo ha portato nuove prove che ci sono davvero pianeti in fase di formazione, pubblicate in un articolo sulla rivista “Astrophysical Journal”.