Pozzi attivi sulla cometa 67P/Churyumov–Gerasimenko

Uno dei pozzi studiati nell'area chiamata Seth della cometa 67P/Churyumov–Gerasimenko (Immagine ESA/Rosetta/MPS for OSIRIS Team MPS/UPD/LAM/IAA/SSO/INTA/UPM/DASP/IDA)
Uno dei pozzi studiati nell’area chiamata Seth della cometa 67P/Churyumov–Gerasimenko (Immagine ESA/Rosetta/MPS for OSIRIS Team MPS/UPD/LAM/IAA/SSO/INTA/UPM/DASP/IDA)

Un articolo pubblicato sulla rivista “Nature” descrive una ricerca su una serie di 18 pozzi sulla cometa 67P/Churyumov–Gerasimenko. Essi sono quasi circolari e alcuni di essi sono fonte di attività, emettendo getti di gas e polvere. Essi erano stati scoperti parecchio tempo fa ma un’analisi delle immagini raccolte dalla macchina fotografica OSIRIS della sonda spaziale Rosetta dell’ESA ha permesso di stabilire che probabilmente si sono formati in seguito a un collasso della superficie.

La sonda spaziale Rosetta ha raggiunto la cometa 67P/Churyumov–Gerasimenko l’anno scorso ma ci è voluto del tempo per capire la natura degli strani pozzi trovati nelle fotografie scattate dalla macchina fotografica OSIRIS (Optical, Spectroscopic, and Infrared Remote Imaging System). Il termine pozzo in realtà non dà una descrizione esatta di questi elementi geologici, che possono avere un diametro anche di qualche centinaio di metri. In effetti ricordano il prodotto di certi fenomeni di carsismo sulla Terra.

Analizzando le immagini, gli autori della ricerca hanno concluso che questi pozzi si sono formati in seguito al collasso del tetto di una cavità sotterranea diventato troppo sottile. Non è ancora chiara la causa della formazione delle cavità ma i ricercatori hanno suggerito tre possibili modi.

Un’idea è che le cavità esistessero fin dalla formazione della cometa 67P/Churyumov–Gerasimenko come conseguenza di collisioni a bassa velocità tra i blocchi primordiali che l’hanno formata. Il collasso del tetto potrebbe essere causato dall’indebolimento della superficie, in seguito alla sublimazione di qualche materiale o a causa di altre attività geologiche.

La seconda idea è che le cavità siano state generate dalla sublimazione di ghiaccio di anidride carbonica e monossido di carbonio sotto la superficie. Il calore della luce solare potrebbe essere penetrato sotto la superficie durante un avvicinamento della cometa 67P/Churyumov–Gerasimenko al Sole.

La terza possibilità è che la sublimazione sia stata causata dall’energia liberata dal ghiaccio d’acqua che cambia il suo stato fisico da amorfo a cristallino. Ciò potrebbe generare sufficiente calore da provocare la sublimazione del ghiaccio di anidride carbonica e monossido di carbonio.

Riuscire a capire i processi di formazione di questi pozzi aiuterebbe a determinare la composizione della cometa 67P/Churyumov–Gerasimenko e la sua età. La presenza della sonda spaziale Rosetta, che permette di osservare i cambiamenti che avvengono sulla superficie della cometa, è fondamentale in questo tipo di ricerca. La recente estensione della missione fino alla fine del settembre 2016 è un aiuto e se l’ESA riuscirà a ottenere comunicazioni stabili con il lander Philae molti altri dati potrebbero essere aggiunti.

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *