Il 30% delle stelle della Via Lattea si è spostato notevolmente dall’orbita di nascita

Rappresentazione di due coppie di stelle, una in blu e una in rosso, che mostra come le coppie siano nate assieme e nel tempo una di esse si sia spostata notevolmente (Immagine cortesia Dana Berry/SkyWorks Digital, Inc.; SDSS collaboration)
Rappresentazione di due coppie di stelle, una in blu e una in rosso, che mostra come le coppie siano nate assieme e nel tempo una di esse si sia spostata notevolmente (Immagine cortesia Dana Berry/SkyWorks Digital, Inc.; SDSS collaboration)

Un articolo pubblicato nei giorni scorsi sulla rivista “The Astrophysical Journal” descrive una ricerca che mostra come circa il 30% delle stelle della Via Lattea, cioè quasi una su tre, si sia spostata notevolmente dall’orbita che aveva alla sua nascita. Questo soprendente risultato è stato ottenuto da un team di scienziati che ha lavorato all’investigazione Sloan Digital Sky Survey (SDSS) osservando per un periodo di quattro anni 100.000 stelle con lo spettrografo SDSS Apache Point Observatory Galactic Evolution Explorer (APOGEE).

Anche le stelle hanno una loro orbita, che per vari motivi può essere ben più complessa rispetto a quella dei pianeti attorno alle stelle, ma rozzamente è attorno al centro della loro galassia. Un team di scienziati ha provato a esaminare le posizioni attuali di un gruppo di stelle della Via Lattea per capire quanto si siano spostate e per farlo si è basato sulla loro composizione chimica.

Le stelle consumano il loro idrogeno producendo elementi più pesanti, in particolare quelle molto più massicce del Sole, che esplodono come supernove spargendo quegli elementi in giro per lo spazio. La conseguenza è un processo di “arricchimento chimico” per cui ogni nuova generazione di stelle assorbe maggiori quantità di quegli elementi.

In alcune regioni della Via Lattea ci sono maggiori quantità di elementi pesanti rispetto ad altre regioni. Ciò significa che la quantità media di elementi pesanti presenti nelle stelle varia notevolmente in diverse parti della Via Lattea. Questa diversa diffusione è stata sfruttata dagli scienziati che hanno compiuto questa ricerca.

Alla fine, l’analisi della composizione chimica di una stella diventa una sorta di test del DNA che permette di rintracciare le parentele con altre stelle. Ciò perché le stelle nate da una stessa nube di polveri e gas contengono quantità molto simili di elementi pesanti ed è quindi possibile tracciare la loro origine.

In questa ricerca, il suo autore principale Michael Hayden della New Mexico State University e i suoi collaboratori hanno usato lo spettrografo APOGEE per mappare la quantità di 15 diversi elementi tra cui carbonio, silicio e ferro. Il risultato è stato davvero sorprendente perché circa il 30% delle stelle esaminate hanno una composizione che indica che si sono formate in aree della galassia molto lontane dalla loro posizione attuale.

I ricercatori hanno avanzato alcune ipotesi preliminari per spiegare migrazioni stellari così comuni ma 100.000 stelle costituiscono un campione ancora limitato. Questa è solo la prima prova che questo fenomeno avviene in tutta la galassia ma verranno effettuati altri studi per capirlo meglio. La quarta fase dell’investigazione SDSS è già iniziata e andrà avanti fino al 2020. Molti altri dati rilevati dallo spettrografo APOGEE sono già disponibili. Le prossime analisi permetteranno di ottenere un quadro più ampio di ciò che succede nella Via Lattea.

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