Il fantasma della Nebulosa Civetta Meridionale fotografato dal telescopio VLT

La nebulosa planetaria conosciuta come Nebulosa Civetta Meridionale (Foto ESO)
La nebulosa planetaria conosciuta come Nebulosa Civetta Meridionale (Foto ESO)

È soprannominata Nebulosa Civetta Meridionale ed è una nebulosa planetaria straordinariamente simmetrica e rotonda. Usando il telescopio VLT (Very Large Telescope) dell’ESO in Cile è ora stato possibile catturare un’immagine straordinaria di questa stella morente e di ciò che resta attorno ad essa. Il risultato dà l’impressione di una sfera illuminata come un fantasma nelle tenebre dello spazio.

La Nebulosa Civetta Meridionale, conosciuta anche come ESO 378-1, ha un diametro di circa quattro anni luce ed è visibile nella costellazione dell’Idra. Si tratta di una nebulosa planetaria, cioè una nebulosa composta da gas ionizzati che emettono radiazione elettromagnetica. Il suo soprannome è connesso a quello di una controparte nella costellazione dell’Orsa Maggiore chiamata Nebulosa Civetta o Nebulosa Gufo che ha una forma simile.

Le nebulose planetarie si possono formare quando una stella diventa una gigante rossa e i suoi strati esterni vengono espulsi. La ionizzazione causata dagli intensi ultravioletti emessi dal nucleo della stella fa sì che questi strati di gas emettano a loro volta radiazione elettromagnetica. Le stelle che danno origine a queste nebulose possono essere più massicce del Sole ma non troppo, altrimenti esploderebbero in supernove.

In termini astronomici, le nebulose planetarie sono di breve durata, qualche decina di migliaia di anni. Quando una di esse si disperde, la stella al suo centro impiega ancora circa un miliardo di anni prima di spegnersi. Alla fine, essa diventa una nana bianca che si raffredderà lentamente per miliardi di anni mentre molti gas contenenti anche elementi pesanti si disperdono nello spazio arricchendo altre nubi di gas e polveri.

Questo studio della Nebulosa Civetta Meridionale è stato effettuato all’interno del programma ESO Cosmic Gems, che ha lo scopo di produrre immagini astronomiche intriganti o visivamente attraenti con i telescopi dell’ESO a fini didattici o per raggiungere il pubblico. Alla fine del maggio 2015, un’altra nebulosa planetaria, la Nebulosa Medusa, era stata il soggetto di uno studio analogo.

Queste immagini sono utili anche a fini scientifici, nel caso delle nebulose planetarie mostrando meglio che mai ciò che potrebbe accadere fra qualche miliardo di anni quando il Sole raggiungerà l’ultima fase della sua vita diventando una gigante rossa per poi contrarsi in una nana bianca creando una nebulosa planetaria.

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