Il tumultuoso centro della Via Lattea osservato dal telescopio spaziale XMM-Newton

Vista ai raggi X dell'area centrale della Via Lattea (Immagine ESA/XMM-Newton/G. Ponti et al. 2015)
Vista ai raggi X dell’area centrale della Via Lattea (Immagine ESA/XMM-Newton/G. Ponti et al. 2015)

Un articolo pubblicato sulla rivista “Monthly Notices of the Royal Astronomical Society” descrive una ricerca sulla regione centrale della Via Lattea. Utilizzando l’osservatorio spaziale per i raggi X XMM-Newton dell’ESA, un team di scienziati del Max Planck Institute for Extraterrestrial Physics (MPE) guidato dal dottor Gabriele Ponti ha rivelato i processi più intensi in corso al centro della galassia.

Il buco nero supermassiccio al centro della Via Lattea, conosciuto come Sagittarius A*, è quello a cui si pensa come prima fonte di attività in quell’area. Nell’immagine costruita utilizzando varie osservazioni effettuate con il telescopio spaziale XMM-Newton nel corso di oltre un mese, esso è nella sorgente brillante alla destra della zona centrale. Le emissioni elettromagnetiche sono causate dai materiali attorno ad esso che vengono scaldati tanto da generare perfino raggi X.

Tuttavia, l’immagine mostra anche molte altre sorgenti di attività che provano come il centro della Via Lattea sia un’area di grande attività di vari tipi. Questa nuova mappa copre una regione del diametro di circa mille anni luce in cui gli astronomi hanno trovato segni di intensa attività.

Sorgenti brillanti nell’immagine sono originate da sistemi stellari binari in cui una delle stelle ha raggiunto la fine della sua vita diventando una stella di neutroni o un buco nero. Le emissioni di raggi X sono causate dal fatto che esse divorano massa strappata alle loro compagne scaldandola tanto da generare emissioni così energetiche.

Il centro della Via Lattea contiene anche giovani stelle e ammassi stellari. Alcuni di essi sono visibili in bianco o in rosso in varie parti dell’immagine. Assieme alle supernove, le giovani stelle emettono forti venti che modificano la forma di nubi di gas esistenti in quell’area.

Questo studio ha rilevato la presenza di alcune grosse nubi di gas caldi ma l’esame ha scoperto anche le tracce di emissioni generate dalla presenza di elementi pesanti. Si tratta ad esempio di silicio, zolfo e argo, che vengono prodotti soprattutto dalle supernove.

Emissioni molto basse sono state rilevate anche nell’area in cima e quella in basso dell’immagine. Plasma caldo può essere l’effetto macroscopico di flussi verso l’esterno generati dalla formazione di stelle in tutta l’area centrale. Un’altra possibilità è che le emissioni siano collegate al passato turbolento del buco nero supermassiccio che ora non è più così attivo.

Gli scienziati stanno ancora analizzando le osservazioni effettuate con il telescopio spaziale XMM-Newton per capire in maniera più dettagliata cosa sta succedendo nell’area centrale della Via Lattea. Ciò aiuterà a comprendere meglio come si evolverà tutta la galassia.

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