L’arrivo di tre nuovi astronauti sulla Stazione Spaziale Internazionale completa l’equipaggio della Expedition 46

La navicella spaziale SoyuzTMA-19M al decollo su un razzo Soyuz (Foto ESA-Stephane Corvaja)
La navicella spaziale SoyuzTMA-19M al decollo su un razzo Soyuz (Foto ESA-Stephane Corvaja)

Poche ore fa la navicella spaziale Soyuz TMA-19M è partita dal cosmodromo di Baikonur, in Kazakistan, e dopo circa sei ore e mezza ha raggiunto la Stazione Spaziale Internazionale con a bordo tre nuovi membri dell’equipaggio. La Soyuz ha utilizzato la traiettoria veloce usata normalmente ma ci è voluto un po’ più del previsto a causa di un problema al sistema automatico di attracco: di conseguenza la manovra è stata effettuata manualmente.

I tre nuovi membri dell’equipaggio della Stazione Spaziale Internazionale, che completano l’equipaggio della Expedition 46, sono:

Yuri Ivanovich Malenchenko. Nato il 22 dicembre 1961 a Svitlovodsk, nell’allora URSS e oggi in Ucraina, si è diplomato alla Scuola Superiore Militare di Aviazione Kharkiv e all’Accademia di Ingegneria dell’Aeronautica Militare Zhukovsky per poi prestare servizio come pilota militare. È stato selezionato come cosmonauta nel 1987 e, dopo l’addestramento, ha cominciato a essere assegnato a equipaggi di riserva per la stazione spaziale russa Mir. Nel luglio 1994 è partito per la sua prima missione sulla Mir tornando sulla Terra nel novembre 1994. Nel settembre 2000 ha partecipato alla missione STS-106 sullo Space Shuttle Atlantis, che comprendeva il trasporto di rifornimenti alla Stazione Spaziale Internazionale. Ha compiuto la sua prima missione sulla Stazione tra l’aprile e l’ottobre 2003 come comandante della Expedition 7. Durante quella missione si sposò con la sposa che era sulla Terra. È tornato sulla Stazione come parte della Expedition 16 tra l’ottobre 2007 e l’aprile 2008. Vi è tornato un’altra volta come parte della Expedition 32/33 tra il luglio e il novembre 2012. Nel corso delle sue missioni ha compiuto un totale di cinque passeggiate spaziali.

Timothy Nigel Peake. Nato il 7 aprile 1972 a Chichester, nel West Sussex, in Inghilterra, si è diplomato alla Royal Military Academy Sandhurst per poi prestare servizio come elicotterista e istruttore di volo. Nel 2009 ha lasciato l’esercito ed è stato selezionato come astronauta dall’ESA. Nel 2012 ha partecipato alla missione sottomarina NEEMO 16. Dopo aver fatto parte dell’equipaggio di riserva per la Expedition 44 è ora alla sua prima missione nello spazio, chiamata Principia. È sposato e la coppia ha due figli.

Timothy Lennart Kopra. Nato il 9 aprile 1963 a Austin, in Texas, negli USA, si è diplomato all’Accademia militare di West Point, dove ha anche conseguito un Bachelor of Science per poi conseguire un Master in ingegneria aerospaziale al GeorgiaTech nel 1995, un Master in studi strategici all’Army War College nel 2006 e un Master of Business Administration (MBA) a London Business School e Columbia Business School nel 2013. È stato assegnato alla NASA nel 1998 come ingegnere che si occupava dei test. Nel 2006 ha partecipato alla missione sottomarina NEEMO 11. Nel luglio 2007 è partito sullo Space Shuttle Endeavour nella missione STS-127 per far parte dell’equipaggio della Expedition 20 sulla Stazione Spaziale Internazionale tornando sulla Terra nel settembre 2009 sullo Space Shuttle Discovery nella missione STS-128. Doveva partecipare alla missione STS-133, l’ultima dello Space Shuttle Discovery, ma venne sostituito a causa di un infortunio a un’anca. Ha compiuto una passeggiata spaziale.

Dopo una serie di missioni fuori dal normale a causa dei ritardi accumulati in seguito a una verifica dei razzi Soyuz necessaria dopo un incidente nel lancio di un cargo spaziale Progress e alla missione di un anno, le cose stanno tornando alla normalità. Di conseguenza, questi tre membri dell’equipaggio rimarranno sulla Stazione Spaziale Internazionale poco più di cinque mesi e mezzo, fino all’inizio di giugno 2016.

Tim Peake, Yuri Malenchenko e Tim Kopra davanti al razzo Soyuz (Foto NASA)
Tim Peake, Yuri Malenchenko e Tim Kopra davanti al razzo Soyuz (Foto NASA)

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