DDO 68 è una galassia nana ma vorace

L'area attorno alla galassia nana DDO 68 con un possibile satellite viste da LBT (Immagine cortesia Francesca Annibali/INAF)
L’area attorno alla galassia nana DDO 68 con un possibile satellite viste da LBT (Immagine cortesia Francesca Annibali/INAF)

Un articolo pubblicato sulla rivista “The Astrophysical Journal Letters” descrive una ricerca sulla galassia nana DDO 68. Un team internazionale di ricercatori guidato da Francesca Annibali dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF) ha utilizzato il Large Binocular Telescope (LBT) per effettuare le osservazioni che hanno permesso di dimostrare che anche una galassia molto piccola può catturare galassie ancora più piccole.

La galassia nana DDO 68, conosciuta anche come UGC 5340, ha una distanza di circa 39 milioni di anni luce dalla Terra. La sua massa complessiva è attorno ai 100 milioni di masse solari, davvero poco se si pensa che la Via Lattea è circa mille volte più massiccia pur non essendo una galassia particolarmente grande. Si tratta di una galassia nana dalla forma irregolare, una delle caratteristiche che hanno incuriosito gli astronomi.

DDO 68 è anche una delle tre galassie più povere di elementi chimici diversi da idrogeno ed elio, una composizione non molto diversa da quella originale che fa sembrare questa galassia più giovane di quanto non sia realmente. Le indagini sui motivi della scarsità di elementi più pesanti sono in atto da tempo ed è possibile che si siano dispersi nello spazio perché l’energia delle supernove è superiore alla gravità di questa galassia nana.

La forma irregolare di DDO 68 con una sorta di coda composta di stelle e gas suggeriva che fossero in azione interazioni gravitazionali con altri corpi celesti. I ricercatori hanno esaminato le fotografie di questa galassia nana scattate dal telescopio spaziale Hubble e hanno deciso di chiedere di poter utilizzare LBT per effettuare osservazioni specifiche. DDO 68 veniva considerata una galassia isolata, situata in un’area di spazio in cui era circondata solo dal vuoto cosmico, ma i ricercatori volevano controllare quest’ipotesi.

Grazie a LBT i ricercatori hanno potuto scoprire che DDO 68 ha alcuni satelliti, galassie ancor più piccole di questa galassia nana e DDO 68 le sta pian piano cannibalizzando. Per questo motivo, è stata utilizzata la metafora della pulce con pulci più piccole che la punzecchiano ispirata allo scrittore Jonathan Swift. Questa scoperta prova che anche galassie davvero piccole possono crescere tramite la fusione con altre, un processo che finora era conosciuto in galassie medio-grandi.

Francesca Annibali ha fatto notare che DDO 68 non sembra in grado di trattenere gli elementi espulsi dalle supernove ma riesce comunque ad attrarre altre galassie nane. Capire le dinamiche dei vari eventi è il prossimo passo negli studi con indagini specifiche che dimostrano come galassie nane apparentemente poco interessanti possano invece essere utili nella ricerca scientifica.

La galassia nana DDO 68 vista dal telescopio spaziale Hubble (Foto A. Aloisi (Space Telescope Science Institute))
La galassia nana DDO 68 vista dal telescopio spaziale Hubble (Foto A. Aloisi (Space Telescope Science Institute))

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