Stelle ricche di azoto scoperte nel nucleo della Via Lattea

Area attorno al nucleo galattico (Immagine cortesia Alex Mellinger)
Area attorno al nucleo galattico (Immagine cortesia Alex Mellinger)

Un articolo pubblicato sulla rivista “Monthly Notices of the Royal Astronomical Society” descrive la scoperta di una nuova famiglia di stelle al centro della Via Lattea insolitamente ricche di azoto. Un team di astronomi della Liverpool John Moores University (LJMU) ha effettuato questa scoperta lavorando al progetto APOGEE (the Apache Point Observatory Galactic Evolution Experiment), che ha lo scopo di raccogliere dati agli infrarossi di centinaia di migliaia di stelle nella Via Lattea.

La LJMU è un membro della Sloan Digital Sky Survey, una collaborazione internazionale che ha creato le mappe tridimensionali dell’universo più dettagliate mai prodotte. Nel 2014 è iniziata la quarta indagine, la cui durata prevista arriverà fino al 2020. Il progetto APOGEE fa parte di questa collaborazione e l’osservazione delle stelle agli infrarossi ha permesso di scoprirne una nuova popolazione, di un tipo visto finora solo negli ammassi globulari.

Questa nuova famiglia di stelle potrebbe essere stata in origine parte di ammassi globulari che vennero distrutti durante la formazione della Via Lattea. A volte ne rimangono le tracce come nel caso di Terzan 5 ma in altri casi è diventato ormai impossibile distinguerli, almeno finché le stelle non vengono esaminate in modo particolare come nel progetto APOGEE. È possibile che quando la galassia era giovane ci fosse una quantità di ammassi globulari anche dieci volte quella attuale.

Le osservazioni agli infrarossi permettono di vedere attraverso la grande quantità di polvere che blocca la visione del nucleo della Via Lattea alla luce visibile. Per questo motivo, il progetto APOGEE permette agli astronomi di raccogliere dati prima sconosciuti che possono aiutarli a capire meglio come si è formata la Via Lattea e il ruolo degli ammassi globulari in quel processo. Le conclusioni potrebbero essere estese ad altre galassie.

Una chiave di questa ricerca è stata la possibilità di determinare la composizione chimica di migliaia di stelle. Ciò ha permesso di individuare una notevole quantità di stelle diverse dalla maggior parte di quelle esistenti nelle regioni interne della Via Lattea, in particolare per la grande abbondanza di azoto. Si tratta di un’anomalia che non ha una spiegazione certa ma per il momento solo un paio di ipotesi.

Gli astronomi sospettano che quelle stelle siano il risultato della distruzione di ammassi globulari ma non hanno elementi sufficienti per esserne certo. Un’altra possibilità è che quelle stelle siano il sottoprodotto dei primi episodi di formazione stellare avvenuti all’inizio della storia della Via Lattea. Il progetto continua, come anche le osservazioni per raccogliere altri dati per mettere alla prova queste ipotesi.

Non è un caso che varie ricerche si siano concentrate sull’esame del nucleo galattico e certamente ce ne saranno ancora. I risultati sembrano confermare il ruolo importante degli ammassi globulari nella formazione delle galassie ma l’esame di nuovi dati potrebbe indicare altre risposte. È per questo motivo che indagini come la Sloan Digital Sky Survey e il progetto APOGEE sono importanti.

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