Un articolo pubblicato sulla rivista “The Astrophysical Journal” descrive una ricerca sul Braccio Avanzato della Corrente Magellanica, un enorme campo di nubi di gas che collegano la Via Lattea alle due Nubi di Magellano, due galassie nane satelliti della nostra. Un team di ricercatori ha usato il telescopio spaziale Hubble per studiare una sorta di braccio di ferro cosmico tra la Grande e la Piccola Nube di Magellano che ha generato quella nube che la Via Lattea sta lentamente assorbendo.
La Grande Nube di Magellano e la Piccola Nube di Magellano sono due galassie nane satelliti della Via Lattea e di conseguenza orbitano attorno ad essa. Allo stesso tempo, le due Nubi ruotano l’una attorno all’altra per cui la combinazione di forze gravitazionali dà vita a complessi movimenti. Tra i risultati c’è una sorta di braccio di ferro cosmico tra le due Nubi e ad un certo punto, forse uno se non due miliardi di anni fa, una di esse ha strappato all’altra una notevole quantità di gas che è andato a formare il Braccio Avanzato della Corrente Magellanica ma quale delle due galassie ha subito quella perdita?
La questione è stata dibattuta dagli astronomi ma ora un team di ricercatori guidato da Andrew Fox dello Space Telescope Science Institute ha offerto una risposta. Nel 2013 una precedente ricerca riguardante la Corrente Magellanica riconosceva che essa era formata da gas proveniente da entrambe le Nubi di Magellano. Stavolta la ricerca riguarda la sua controparte, il Braccio Avanzato, che la Via Lattea sta già divorando lentamente.
Questo tipo di fenomeno di accrescimento è probabilmente comune nel caso di galassie con satelliti ma le emissioni del gas sono difficili da osservare nei dettagli necessari a milioni se non miliardi di anni luce di distanza. Il Braccio Avanzato è vicino in termini astronomici e il telescopio spaziale Hubble può osservare agli ultravioletti l’area ma oggetti molto lontani possono comunque essere utili. In particolare i quasar, nuclei attivi di galassie che possono essere lontanissime, sono talmente luminosi che le loro emissioni filtrate dal gas del Braccio Avanzato possono fornirci informazioni sulla sua composizione.
Lo strumento Cosmic Origins Spectrograph del telescopio spaziale Hubble, con la sua sensibilità nello spettro degli ultravioletti, ha permesso di misurare l’assorbimento a quelle frequenze da parte dell’ossigeno e dello zolfo presenti nel Braccio Avanzato. Questi due elementi rappresentano buoni indicatori di quanti elementi pesanti siano presenti nel gas. A queste misurazioni sono state aggiunte quelle dell’idrogeno condotte dal National Science Foundation’s Robert C. Byrd Green Bank Telescope e da vari radiotelescopi.
L’immagine (D. Nidever et al., NRAO/AUI/NSF and A. Mellinger, Leiden-Argentine-Bonn (LAB) Survey, Parkes Observatory, Westerbork Observatory, Arecibo Observatory, and A. Feild (STScI)) mostra il gas tra il Braccio Avanzato (Leading Arm) e la Corrente Magellanica (Magellanic Stream) indicando la posizione della Grande Nube di Magellano (LMC), della Piccola Nube di Magellano (SMC) e dei quasar usati per questo studio con in basso gli spettri della loro luce filtrata che mostra le tracce di ossigeno (O) e idrogeno (H).
Queste informazioni messe assieme hanno permesso di leggere le “firme” chimiche del gas, la sua composizione e la sua velocità. Da tutto ciò i ricercatori hanno dedotto che il gas proviene dalla Piccola Nube di Magellano e le è stato strappato dalla Grande Nube. Arrivando nella Via Lattea, quel gas potrà contribuire alla formazione di nuove stelle. Sono processi che possono continuare per tempi lunghissimi perciò gli studi possono procedere senza fretta.
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