È un successo il lancio della missione BepiColombo verso Mercurio

Le sonde spaziali della missione BepiColombo al decollo su un razzio Ariane 5 (Foto cortesia ESA-CNES-Arianespace)
Le sonde spaziali della missione BepiColombo al decollo su un razzio Ariane 5 (Foto cortesia ESA-CNES-Arianespace)

Poche ore fa le due sonde spaziali della missione BepiColombo di ESA e JAXA sono partite su un razzo vettore Ariane 5 ECA dalla base di Kourou nella Guiana francese. Quasi 27 minuti dopo il lancio, le navicelle si sono separate regolarmente dall’ultimo stadio del razzo assieme al Mercury Transfer Module (MTM), che fornirà la propulsione tramite motori a ioni per trasportare le sonde fino al pianeta Mercurio.

La missione BepiColombo è stata chiamata così in onore di Giuseppe “Bepi” Colombo, che fu collaboratore di NASA e ASI e usò per la prima volta con la sonda spaziale Mariner 10 della NASA nel 1974 la tecnica della fionda gravitazionale, che successivamente è stata usata da varie sonde spaziali e sarà usata anche per questa missione.

Lo scopo della missione BepiColombo è tornare sul pianeta Mercurio dopo che l’ultima sonda spaziale ad averlo studiato, la MESSENGER della NASA, ha terminato la sua missione schiantandosi sulla superficie del pianeta il 30 aprile 2015. Stavolta due agenzie spaziali si sono alleate per inviare assieme la sonda spaziale Mercury Planetary Orbiter (MPO) dell’ESA e la sonda spaziale Mio (Mercury Magnetospheric Orbiter, MMO) della JAXA, l’agenzia spaziale giapponese.

Le due sonde spaziali sono dotate di parecchi strumenti che hanno lo scopo di studiare il pianeta Mercurio per migliorare le nostre conoscenze della sua origine, evoluzione, geologia, atmosfera e magnetosfera. È il pianeta più vicino al Sole perciò la sua orbita è quella che mostra più delle altre effetti relativistici e anch’essi verranno studiati. Le rilevazioni delle due sonde si completeranno tra loro ed espanderanno le conoscenze accumulate dalla missione MESSENGER.

Per entrare nell’orbita di Mercurio, l’MTM dovrà far raggiungere alle due sonde spaziali una velocità molto elevata e per ottenere questo risultato sono state lanciate sul potente razzo Ariane 5 e verranno condotte una serie di passaggi ravvicinati ai pianeti interni che genereranno un effetto di fionda gravitazionale per accelerare le sonde. La conseguenza è che l’entrata in orbita è prevista solo per il 5 dicembre 2025.

Questa missione ha richiesto soluzioni adatte all’ambiente che le sonde spaziali troveranno avvicinandosi a Mercurio. Il MOSIF (MMO Sunshield and Interface Structure) servirà da protezione contro le temperature estreme nel corso del viaggio. I sensori sono stati progettati per poter operare in quelle condizioni con protezioni adatte a evitare che si surriscaldino o vengano danneggiati dalle radiazioni solari.

Ora l’MTM sta portando le due sonde spaziali sulla loro rotta verso Mercurio per compiere una missione scientifica molto ambiziosa. È una collaborazione tra due agenzie spaziali e per l’ESA è una missione molto importante dato che è la sua prima su Mercurio, sviluppata grazie al lavoro di varie nazioni che hanno fornito i tanti strumenti che verranno utilizzati.

MMO sopra MPO sopra MTM (Foto ESA/CNES/Arianespace/Optique video du CSG – S. Martin)
MMO sopra MPO sopra MTM (Foto ESA/CNES/Arianespace/Optique video du CSG – S. Martin)

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