I fiumi su Marte potrebbero essere esistiti molto più a lungo del previsto

Un canale fluviale fossile su Marte (Immagine NASA/JPL/Univ. Arizona/UChicago)
Un canale fluviale fossile su Marte (Immagine NASA/JPL/Univ. Arizona/UChicago)

Un articolo pubblicato sulla rivista “Science Advances” riporta i risultati di una ricerca sugli antichi fiumi che esistevano sul pianeta Marte che portano a ritenere che siano esistiti fino a meno di un miliardo di anni fa. Un team di ricercatori coordinati dall’Università di Chicago ha catalogato oltre 200 antichi fiumi analizzando modelli e fotografie che mostrano le tracce dei loro letti per ottenere una conclusione che va contro ciò che gli scienziati che hanno studiato il pianeta rosso pensano in genere, cioè che fiumi e precipitazioni siano scomparsi oltre 3 miliardi di anni fa.

La ricostruzione della storia di Marte è ancora molto incompleta perciò ogni traccia geologica rilevata da una delle sonde spaziali in orbita e ogni analisi compiuta da un rover o un lander sulla superficie può aggiungere dettagli importanti per far luce su periodi importanti nell’evoluzione del pianeta. Tra le certezze c’è il fatto che quello che oggi è chiamato il pianeta rosso perché è una landa desolata era molto più simile alla Terra quand’era giovane, con mari, fiumi e un’atmosfera con piogge. Tuttavia, l’impressione generale era che il raffreddamento del nucleo marziano e la conseguente perdita del campo magnetico che lo proteggeva dal vento solare, l’erosione dell’atmosfera e il conseguente collasso climatico avessero trasformato Marte in un pianeta arido con forse un ultimo periodo di presenza di fiumi circa 2 miliardi di anni fa. Forse le cose non stanno esattamente così.

Questa nuova ricerca ha sfruttato una serie di modelli digitali di elevazione di aree marziane creati grazie alle immagini catturate dagli strumenti High Resolution Imaging Science Experiment (HiRISE) e Context Camera (CTX) della sonda spaziale Mars Reconnaissance Orbiter della NASA. Le tante tracce ancora esistenti e ben conservate di antichi canali fluviali hanno permesso ai ricercatori di calcolare l’intensità del flusso d’acqua e le dimensioni dei loro alvei. La quantità di dati è stata maggiore per alcuni bacini fluviali ed essi indicano che quei fiumi erano molto più grandi di quelli terrestri. I flussi calcolati per i fiumi marziani vanno dai 3 ai 20 kg d’acqua per metro quadrato al giorno, una situazione che potrebbe essere andata avanti fino a un miliardo di anni fa a livello globale.

Queste conclusioni sono davvero sorprendenti e sollevano nuove domande perché sono in contraddizione con le nostre conoscenze della storia di Marte. Edwin S. Kite dell’Università di Chicago, primo autore di questa ricerca, riconosce la difficoltà per gli scienziati che stanno cercando di creare modelli per l’antico clima marziano e l’ulteriore difficoltà aggiunta dalle conclusioni del suo team. Per spiegare le contraddizioni ha ipotizzato che su Marte vi sia stata un’alternanza di climi secchi e umidi che ha portato i fiumi ad accorciarsi da migliaia a centinaia di chilometri continuando però ad avere una notevole portata.

Edwin S. Kite riconosce che da qualche parte nei vari studi condotti dev’esserci un errore, nei modelli climatici, nei modelli di evoluzione dell’atmosfera marziana o nella nostra comprensione di base della cronologia del sistema solare interno. Capire i cambiamenti nei livelli di umidità nell’atmosfera marziana nel corso della sua storia è fondamentale per avere risposte certe. In sostanza, servono ancora dati per avere un’idea chiara e vicina alla completezza di quella storia.

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